Novembre 22, 2024
Megadigestore, appello ai sindaci. Interviene anche la curia
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Megadigestore, appello ai sindaci. Interviene anche la curia

I sindaci e il Vescovo. Questi altri autorevoli interventi sulla vicenda del biodigestore.

Ma andiamo per ordine. e partiamo dall’appello che il sindaco di Civitavecchia Ernesto Tedesco ha mandato ai suoi colleghi del comprensorio per fare battaglia… Comune contro il megaimpianto a Monna Felicita. «Carissimi Colleghi» scrive Tedesco, «come sicuramente avrete appreso dagli organi di informazione la Regione Lazio, attraverso la conferenza dei Servizi, ha dato parere favorevole al progetto per la realizzazione di un impianto di produzione di biometano in località Monna Felicita. I pareri contrari delle vostre Amministrazioni, quello del Comune di Civitavecchia, della Sovrintendenza e della ASL RM 4 sono stati di fatto disattesi e il nostro territorio è nuovamente sotto attacco e vessato da scelte che non sono condivise e che non tengono in alcun conto le nostre legittime esigenze. Sono a chiedervi di fare fronte comune contro questo nuovo atto di arroganza politico-amministrativa, al fine di condividere con voi tutte le iniziative anche pubbliche per far sentire la nostra voce e per tutelare al massimo i nostri concittadini. Resto a vostra disposizione» conclude, «confidando nel vostro prezioso contributo più volte messo in campo attraverso azioni comuni».

Ma come detto anche la diocesi ha fatto sentire la sua voce. “La vicenda della ventilata realizzazione di un biodigestore a Civitavecchia richiede un’attenta riflessione, scevra da precomprensioni di tipo ideologico, basata sulle esigenze della comunità e sulla tutela e salvaguardia dei beni comuni. Il primo aspetto, incontestabilmente evidente, è il sovradimensionamento della struttura rispetto alle esigenze del territorio. La frazione organica dei rifiuti urbani prodotta localmente è infatti di molto inferiore al quantitativo di cui è previsto il trattamento e che serve al far funzionare l’impianto. Questo lascia intendere che si vogliano importare rifiuti da altri territori con un enorme impatto ambientale legato alla circolazione dei mezzi. Una scelta incompatibile con il Piano Regionale dei rifiuti e con la presenza di altre attività industriali che hanno già di per sé un notevole impatto sulla salute pubblica. Esistono inoltre i pareri negativi espressi da Asl Rm 4, Sovrintendenza Archeologica, Amministrazioni comunali e da altri Enti pubblici, dei quali non si può non tenerne debito conto, specie in presenza di un contesto territoriale già fortemente provato dal punto di vista ambientale e socio-sanitario. Sono riflessioni, queste, che già da sole richiedono risposte che siano frutto di un serio confronto con le istituzioni e la società civile, alla ricerca di un equilibrio tra esigenze del territorio e la salute dei cittadini. Un corretto ciclo di gestione dei rifiuti è questione troppo delicata e va affrontata con onestà intellettuale, affidandosi ad evidenze scientifiche prima che a questioni di mero interesse. La settimana sociale dei cattolici italiani che si è svolta a Taranto nell’ottobre 2021, alla quale il vescovo Gianrico Ruzza era presente con una delegazione della diocesi, ha presentato situazioni di grave degrado ambientale ma anche “buone pratiche” di tipo industriale, anche in tema di trattamento dei rifiuti. Questo dimostra che gli interessi che guidano le scelte di una comunità devono andare oltre l’egoismo, superare la tentazione che porta a intraprendere la via più semplice per la risoluzione di un problema con una visione che penalizza i più deboli: a tutti è richiesto di impegnarsi per la tutela del bene comune, altrimenti, si perde il significato stesso del termine comunità”, concludono dalla comunicazione della curia vescovile.