Febbrile il dibattito sul megadigestore. E l’intervento del sindaco Ernesto Tedesco è stavolta decisamente a gamba tesa. Un attacco nei confronti della Regione Lazio, ma anche un richiamo piuttosto vibrante nei confronti dei consiglieri regionali del territorio, cui il primo cittadino civitavecchiese dedica proprio l’inizio del suo comunicato: “Abbiamo sentito consiglieri regionali dire che la politica non può interferire con il lavoro degli uffici. Eppure autorevoli membri della giunta Zingaretti si spingono ormai ad affermare non solo che i pareri di Comune e Soprintendenza non sono vincolanti, ma pure che il richiamo dell’Asl ai rischi per la salute non conta, perché “l’azienda ha dato rassicurazioni”. Quindi, chi ha interesse ad aprire l’impianto “convince” più della struttura pubblica responsabile della sanità? Questo afferma, ad oggi, la Regione Lazio”.
“Ma a Roma qualcuno deve smettere di pensare che Civitavecchia sia terra di conquista. La verità è che siccome prima la Raggi e poi Gualtieri non sanno dove mettere i rifiuti, li vengono a scaricare sulla nostra testa, con la scusa che Civitavecchia è nell’ambito territoriale della Città Metropolitana. E dire che sulla questione avevamo a suo tempo (2019) sollevato la nostra voce, ancora una volta inascoltata dal consiglio regionale…”
“La nostra città e tutto il territorio, però, questa volta si opporranno duramente, per questo incontrerò i miei colleghi del comprensorio la prossima settimana. E mi aspetto che chi siede in Regione Lazio a rappresentare Civitavecchia si carichi seriamente sulle spalle questa battaglia, con iniziative concrete a livello politico e istituzionale”, aggiunge il primo cittadino.
“Noi continuiamo ad attendere la determinazione dirigenziale, a due settimane dalla conclusione della conferenza dei servizi. Ma faremo di tutto perché alla Regione Lazio arrivi un messaggio chiaro. Abbiamo pazientato anche troppo”, conclude il sindaco.
Intanto però il dibattito politico, come detto, si espande. Contro la Regione si fa sentire Vittorio Petrelli, consigliere di Ripartiamo dai Cittadini.
“L’esito positivo della Conferenza dei servizi della Regione LAZIO sulla costruzione in Civitavecchia di un Biodigestore, che vale la pena ricordare come risulti sovradimensionato di ben 17 volte rispetto alle esigenze reali del territorio, conferma un’amara realtà già sperimentata in vari comparti, tra i quali gli usi civici di cui mi occupo da anni. La conclusione potrebbe essere ovvia: la politica locale non appare in grado di difendere efficacemente il Territorio e i suoi cittadini. La vicenda del Biodigestore è un esempio se si esaminano le dichiarazioni dell’assessore Valeriani che nell’affermare che la politica non può entrare in una valutazione tecnica, palesa la ricerca di un improbabile alibi ma allo stesso tempo reca anche un’offesa alla città, manifestando la resa della politica di fronte ai tecnici. L’Assessore Valeriani appare il difensore d’ufficio del Presidente Zingaretti che, nonostante sia stato sollecitato anche da esponenti locali del suo partito, è rimasto silente e pertanto consenziente, non informando la popolazione delle scelte fatte in tema di programmazione del piano regionale dei rifiuti che compete alla politica. I tecnici fanno parte del passo successivo. Si comprende come questa paradossale situazione sia improntata al consueto scarica barile e come gli Interessi di partito o dei partiti impediscano la necessaria unità che pure dovrebbe essere alla base delle scelte che impattano sul futuro della città. E il Biodigestore esemplifica un modus operandi già visto in passato ma anche di recente sull’annosa questione degli Usi civici. Finché infatti si è trattato di addossare le colpe alla dirigenza dell’Università Agraria locale la condivisione è stata generale. Cosa che non è accaduta allorché si è trattato di spostare il tiro sull’assessore regionale Onorati e sul Presidente Zingaretti che mai hanno voluto giustificare la mancata partecipazione alla soluzione amministrativa, suggerita ufficialmente dal dott. Pietro Catalani, Commissario agli Usi civici per il Lazio, per non parlare della mancata applicazione della sentenza Antonelli. E a nulla sono valse le proteste dei cittadini obbligati a conciliazioni onerose nonostante prove che affondano le radici nel lontanissimo 1827. Ritornando al Biodigestore, contro ogni principio di sbandierata sostenibilità ambientale, si presenta alla città una decisione calata dall’alto senza una preventiva concertazione con il territorio e senza che siano stati informati i cittadini degli effetti (tra cui il cattivo odore e gli oneri futuri del Biodigestore) procurati da un impianto di grandi dimensioni allocato, non in una lontana zona industriale, ma in una zona artigianale commerciale, a due passi dalla borgata Aurelia ad un tiro di schioppo dalle banchine che si spera torneranno ad essere utilizzate da milioni croceristi. E’ ingiustificabile anche ai propri elettori che un’amministrazione regionale di matrice progressista, con la presenza inconsistente del M5S, permetta ad un privato di promuovere un intervento contro ogni principio di economia circolare, senza un’analisi comparativa tra le migliore tecnologie, intervento che, se fosse pubblico ( il comune di Civitavecchia ha una sua azienda comunale per il ciclo dei rifiuti) ed attagliandolo alle esigenze del Territorio, potrebbe essere interamente finanziato con le misure del PNRR superando così qualsiasi giustificazione di un enorme sovradimensionamento e risparmiando trasferimenti su gomma di migliaia di tonnellate della frazione umida”.
Petrelli si avvia poi alle conclusioni: “L’interrogativo a cui tutti, me compreso, dovremmo rispondere è se la politica cittadina e i rappresentanti istituzionali siano in grado di cercare, invece che alibi alla maniera di Valeriani, idonee e partecipate scelte in un territorio che non può continuare a essere la discarica dell’incapacità di Roma capitale e della Giunta regionale che finisce con il salvaguardare maggiormente lo sviluppo dell’imprenditoria privata rispetto agli interessi di una Comunità che si fa carico di oneri ambientali e sanitari per la regione e per il Paese con buona pace dell’art. 41 della Costituzione che sancisce che l’iniziativa economica privata non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale”.
E poi ci sono le polemiche. I gruppi consiliari del Pd, del Movimento 5 stelle e anche della Lista Tarantino hanno scelto di replicare così agli attacchi della Lega. “È uscita sulla stampa una nota, stonata in verità, a firma del gruppo consiliare della Lega con il chiaro intento di distogliere l’opinione pubblica, con gli insulti, dal focus su tematiche ambientali per le quali sarebbe necessario fare fronte comune. È evidente che preferiscono fare propaganda piuttosto che pensare agli interessi della Città che in questa fase, in particolare, ha bisogno della massima unità. Leggere quelle poche righe che esprimono una bassezza politica imbarazzante ci è dispiaciuto soprattutto perché vogliamo sperare ancora che nel gruppo consiliare della Lega non tutti condividano quei toni. Purtroppo si avverte l’influenza di qualche squallido suggeritore che condiziona anche colleghi che hanno sempre avuto un comportamento istituzionale corretto e questa caduta di stile fa il paio con l’avvicendamento tra amministratori preparati e personaggi in cerca di uno stipendio a carico della comunità. Che dire: sic transit gloria mundi…”.
Ma proprio Pd e Movimento 5 stelle sono l’oggetto dell’accusa di esser ambientalisti a giorni alterni, portata dal coordinatore di Forza Italia: “Pd e Cinquestelle stanno in questi giorni realizzando uno spettacolo indecente. Da anni sempre al centro della scena su battaglie ambientaliste, stanno facendo passare la questione biodigestore come una pratica amministrativa. I cittadini sanno benissimo come anche per fare una tettoia ci sono cavilli e paletti assurdi. Invece per un biodigestore sovradimensionato e capace di servire centinaia di migliaia di persone e di ospitare decine di camion al giorno tutto fila come l’olio e addirittura tre consiglieri regionali non possono fare nulla. Povere stelle”.
“E dove sono i comunisti con falce e martello al collo che si battono il petto? E dove sono i grillini che dovevano aprire come una scatola il Parlamento e oggi finiscono per parlare in gran segreto con Ministri e Assessori regionali? Non ci sono. Però in alcune occasioni tornano forti, come nel caso dell’itticoltura. Eppure stiamo parlando con Civita Ittica di una società che ha diverse decine di dipendenti, con una presenza ultradecennale sul territorio, che crea lavoro attraverso una attività green come quella dell’itticoltura, che viene anche difesa e incentivata dalla comunità europea con fondi specifici”.
“Insomma ci sono imprese di Serie A e imprese di serie B. Ci sono battaglie di serie A e battaglie di serie B e purtroppo esistono anche dipendenti di Serie A e dipendenti di serie B, come nel caso dei lavoratori di Civita Ittica, ai quali deve sembrare davvero surreale l’atteggiamento dei consiglieri comunali del Partito Democratico. Contro l’itticoltura mozioni, battaglie, interrogazioni ed eventi organizzati. Sul biodigestore solo delle spallucce inermi. L’ambientalismo a giorni alterni non ci compete. Speriamo che il Pd cittadino ritrovi la voce da far sentire verso Roma, in alternativa stia zitto per sempre”, concludono da Forza Italia.