«Ce lo aspettavamo, ma rimaniamo comunque sorpresi di quanto possano essere intolleranti e violenti abortisti e femministe, arrivati al punto tale da strappare e vandalizzare, nella notte tra il 12 e il 13 giugno, quasi tutti i manifesti della nostra ultima campagna inneggianti una storica frase di Pier Paolo Pasolini sull’aborto, che sicuramente non aveva né preconcetti ideologici né era mosso da convinzioni religiose per affermare di essere “traumatizzato dalla legalizzazione dell’aborto”, che egli stesso considerava “come molti, una legalizzazione dell’omicidio”.
Alcuni di questi manifesti, sono stati strappati – tra l’altro – anche sotto le telecamere del comando della polizia municipale di Santa Marinella che avrà, se vuole, la possibilità di smascherare i responsabili.
Questo atto di vandalismo – come accaduto anche a Roma giorni fa – conferma la chiara volontà di zittire e censurare chiunque la pensi diversamente dal pensiero unico dominante abortista, perché ogni opinione contraria, che sia anche di un intellettuale progressista come Pasolini, rappresenta una minaccia per l’industria dell’aborto che propone alle donne la grande bugia che esso sia l’unica soluzione, soprattutto quando si deve affrontare una gravidanza difficile o indesiderata», così i referenti del Circolo Territoriale di Pro Vita & Famiglia di Santa Marinella.