Novembre 24, 2024
Fosso Castelsecco, quel “verde” che preoccupa
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Fosso Castelsecco, quel “verde” che preoccupa

“Alcuni residenti su fosso Castelsecco hanno manifestato al nostro Comitato dubbi e timori, vista l’altezza dei canneti all’inizio della stagione autunnale”. Così il Comitato 2 Ottobre di Santa Marinella, in un comunicato piuttosto preoccupato sull’assetto idrogeologico del territorio e sulla sua manutenzione.

“La pulizia del fosso, nei tempi e nei modi corretti, ed il monitoraggio degli argini sono necessari ai fini della sicurezza. Fin dal 2012 nel progetto “Castelsecco partecipato” (www.castelseccopartecipato.it) il “Comitato 2 Ottobre” ed il CIRF (Centro di Riqualificazione Fluviale) hanno delineato le linee guida per la manutenzione tecnica del Fosso Castelsecco, che andrebbe effettuata prevedendo una differenziazione tra il tratto compreso tra A12 e linea ferroviaria, quello tra ferrovia e Aurelia (più edificato) e infine quello tra l’Aurelia e la foce. I tre tratti presentano peculiarità e problematiche specifiche. Il fosso di Castelsecco ad alta naturalità è un sistema biologicamente vivo, la cui manutenzione è quindi diversa da quella di fossi per lo più tombati o incanalati in argini di cemento. Ormai è risaputo che un fosso naturale completamente privo di vegetazione non risulta più sicuro, per cui la procedura corretta prevede un taglio selettivo della vegetazione, preservando le specie arboree autoctone le cui radici consolidano le sponde arginali dall’erosione”.

“Nel tratto centrale del fosso che va dalla ferrovia alla Statale Aurelia, andrebbe tagliato il canneto lasciando una fascia laterale di 1/1,5 mt. di vegetazione ripariale (a protezione degli argini) di specie autoctone a sviluppo verticale che non raggiunga diametri tali da ostacolare il libero deflusso delle acque. La vegetazione andrebbe quindi falciata selettivamente, consentendo un passaggio delle acque sinuoso. Discorso differente va fatto per la foce con uno falcio parziale del canneto allo scopo di favorire specie diverse e realizzare una fascia di vegetazione di larghezza variabile (5/10 metri) a partire dalla sponda dell’alveo di piena”.

“Anche a monte della ferrovia lo falcio dovrebbe essere selettivo, verificando che alcune attività produttive non ingombrino gli argini con automezzi agricoli, automobili e baracche per attrezzi. Particolarmente accurata deve essere la verifica che il letto del fiume sia libero da tronchi o rifiuti ingombranti”.

“L’intervento drastico di “tabula rasa” della vegetazione, magari in primavera, nei periodi di nidificazione e riproduzione (vietati per legge), danneggia l’ambiente e non contribuisce in alcun modo alla sicurezza perché in autunno i canneti sono già ricresciuti. Anziché procedere a suon di ruspe in ogni momento dell’anno senza alcuna logica, l’alveo va liberato selettivamente da canneti e detriti all’inizio dell’autunno, cioè adesso. La sicurezza dal rischio idrogeologico e la tutela di un ambiente ad alta naturalità non sono affatto in contraddizione. Facciamo quindi nostra la richiesta dei cittadini di Castelsecco che sollecitano una pulizia dell’alveo del fosso nei tempi e nei modi consoni”.