Ottobre 24, 2024
Altro che “cyber-sicurezza”: dietro c’era la solita truffa
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Altro che “cyber-sicurezza”: dietro c’era la solita truffa

Con la scusa della cyber-sicurezza hanno truffato lo Stato.  Beni mobili e immobili sono stati sequestrati dai Finanzieri del Comando Provinciale di Roma – in esecuzione di un decreto di sequestro preventivo emesso dal G.I.P. presso il Tribunale di Civitavecchia, su richiesta della locale Procura della Repubblica – nei confronti di 4 persone, accusate delle ipotesi di reato di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, indebita compensazione di crediti d’imposta inesistenti e di utilizzo di fatture false. Dalle indagini delle Fiamme Gialle della Compagnia di Ladispoli, scattate durante alcuni controlli fiscali nei confronti di 4 società operanti nel commercio al dettaglio di confezioni per adulti, è emerso che le medesime beneficiavano di crediti d’imposta falsi maturati artificiosamente attraverso la simulazione dell’acquisto, da un soggetto economico di Londra, di software per la protezione dei dati.

Gli accertamenti successivi hanno evidenziato l’esistenza di un sistema fraudolento, orchestrato da un dominus del posto, che si era spinto addirittura a costituire società intestate a “prestanome”, ognuna delle quali con unità locali dislocate a Salerno, queste ultime, prive di qualsivoglia struttura operativa e di personale alle dipendenze, funzionali alla fruizione delle agevolazioni fiscali previste per gli investimenti in aree svantaggiate del Mezzogiorno. In tal modo, oltre a sfruttare i crediti d’imposta indebitamente maturati, il sodalizio conseguiva vantaggi fiscali grazie alle fatture false emesse dalla società straniera e trasferiva all’estero i proventi della frode ai danni dell’Erario. Gli elementi raccolti hanno permesso all’Autorità Giudiziaria di Civitavecchia di ottenere l’emissione del provvedimento cautelare finalizzato alla confisca c.d. “per equivalente” di cespiti per un valore corrispondente alle imposte evase, che ha riguardato i crediti d’imposta, liquidità sui conti correnti degli indagati, nonché 2 immobili, 2 terreni e 27 autoveicoli. L’attività investigativa delle Fiamme Gialle ladispolane si inquadra nella più ampia azione posta in essere dall’Autorità Giudiziaria di Civitavecchia e dalla Guardia di Finanza di Roma a contrasto delle frodi fiscali che alterano le regole del mercato e danneggiano i cittadini e gli imprenditori onesti.

Per dovere di cronaca, e a tutela di chi è indagato, ricordiamo che un’accusa non equivale a una condanna, che le prove si formano in Tribunale e che l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio

Così le Fiamme gialle in un comunicato.