In occasione del comizio di Italia Sovrana e Popolare svolto ieri pomeriggio in piazza Fratti abbiamo colto l’occasione per intervistare un personaggio di livello nazionale da anni noto alle cronache giudiziarie e politiche: l’ex-magistrato e leader di Azione Civile Antonio Ingroia.
Dott. Ingroia, cosa ha portato alla scelta di unirsi in lista con Italia Sovrana e Popolare?
In qualità di presidente del movimento Azione Civile ho scelto di unirmi ad altri partiti come Ricostruire l’Italia, Partito Comunista, Ancora Italia e altre 15 liste ancora perché c’è un emergenza democratica in Italia, con la Costituzione reiteratamente sfregiata a partire dagli anni di emergenza sanitaria con il covid19 e oggi con l’emergenza energetica a seguito della guerra in Ucraina che sta determinando una crisi spaventosa economica. In momenti così è necessario creare un fronte costituzionale per opporsi ad un sistema nel quale sono venute meno anche le differenze tra destra e sinistra e l’agenda Draghi ne è la dimostrazione.
Cosa critica dell’agenda Draghi?
Le politiche neo liberiste dietro cui tutta la politica si è compattata. Abbiamo un sistema che ha agevolato la perdita progressiva di sovranità. L’Italia oggi è una colonia dell’Unione Europea, della Nato, dell’Organizzazione mondiale della sanità. Noi siamo l’unica forza politica che vuole rompere questi legami e ripristinare economiche con la Russia e ritirare l’appoggio militare all’Ucraina e saremo ambasciatori di pace come l’Italia è sempre stata nella sua tradizione.
Ha parlato di emergenza democratica. Qual’è la posizione nei confronti di Italexit che denuncia la stessa cosa?
Non mi pare che la posizione di Italexit sia analoga alla nostra che siamo un partito trasversale mentre loro si identificano con la destra. Non ho mai sentito tra le posizioni di Italexit la priorità del ritiro delle sanzioni contro la Russia e la revoca immediata dell’impegno militare italiano in Ucraina. Il 51% di italiani è con noi su questo e noi ci rivolgiamo a loro chiedendo il voto.
Perchè non vi siete accordati con altre forze anti sistema come Vita o Unione Popolare?
Abbiamo cercato il movimento Vita ma non si è mostrato interessato e ha preferito continuare da solo. Unione Popolare di De Magistris è invece una vecchia formula in cui si vuole unire la vecchia sinistra radicale che riteniamo sbagliata. Non è più tempo di unire le varie sinistre ma bisogna mettere insieme le forze del dissenso senza chiedere da dove uno viene ma dove si vuole andare.
Non venite menzionati nei principali sondaggi nazionali. Quali sono i dati in vostro possesso e che obiettivo avete?
Siamo nati solo da qualche mese quindi i sondaggi ufficiali non hanno una certa storicità ma iniziano ad apparire, partendo dallo 0,5% ora dovremmo essere vicino al 2%. Se in questi 15 giorni di campagna elettorale varcheremo la soglia del 3% entreremo in Parlamento e a quel punto se anche altre forze anti sistema dovessero seguirci, come anche Italexit, potremmo poi unirci e stare in Parlamento non solo per testimonianza ma per incidere davvero per gli equilibri politici nazionali.
Lorenzo Leoncini