La protesta dei balneari sul litorale
“Anche a Tarquinia, aderiamo alla protesta degli “ombrelloni chiusi””. Lo afferma la presidente del Sib Lazio Marzia Marzoli, in merito alla giornata di mobilitazione nazionale dei balneari italiani in programma il 9 agosto, per chiedere un intervento legislativo chiarificatore sulle concessioni demaniali marittime. “In Italia ci saranno vari tipi di dimostrazione di protesta: ombrelloni chiusi, comunicazioni mirate a informare la clientela e i rappresentanti delle istituzioni che i balneari stanno ancora spettando una norma chiarificatrice – prosegue Marzoli -. La data scelta per la protesta non è casuale, perché il 9 agosto è l’ultimo giorno prima della sosta estiva dei lavori parlamentari. Se non saremo ancora una volta ascoltati, il 19 agosto ci sarà un’altra iniziativa dimostrativa e di protesta. Il tema è sempre lo stesso: il Governo e il Parlamento non hanno emanato alcun provvedimento legislativo chiarificatore che salvaguardi la balneazione attrezzata italiana tutelando il lavoro e aziende. Sono rimasti inascoltati tutti gli appelli provenienti, dal Sib, dai Comuni e Regioni di ogni orientamento politico. “Mi associo alle parole del nostro presidente Antonio Capacchione – aggiunge la presidente del Sib Lazio -, in cui sottolinea come in varie parti d’Italia “la messa a gara delle nostre aziende non è una eventualità ma una realtà. Le hanno già avviate decine di Comuni di ogni orientamento politico. Le stanno facendo senza direttive legislative e con modalità diverse perlopiù in assenza di alcuna tutela dei concessionari attualmente operanti. Lo scenario peggiore che si potesse avere. Di fronte a tutto questo impossibile restare silenti. È doveroso protestare. Nell’interesse non solo delle nostre famiglie ma anche del Paese che ha la necessità di salvaguardare un modello di balneazione attrezzata efficiente e di successo”. Di fronte al colpevole immobilismo del Governo, non abbiamo altro modo per farci sentire che protestare ed evidenziare una irresponsabile e sconcertante fuga dalle proprie responsabilità della politica”.