Occupazione e ambiente: doppio grido d’allarme dal porto
Da solida realtà in ambito portuale a lido lavorativo quanto mai insicuro. E’ l’involuzione della società Tecnomate, gioiello dell’anti-inquinamento nello scalo di Civitavecchia, che però è diventata un vero e proprio anello debole del già disastrato panorama occupazionale cittadino.Nei fatti, tra soci e dipendenti licenziati ed altri per cui potrebbero scattare analoghi provvedimenti, circa il 30% della forza lavoro della cooperativa affronta il mostro dell’insicurezza. Una situazione che ha dell’incredibile, laddove i traffici portuali sono aumentati (al di là della pndemia) e con essi, inevitabilmente, anche i rischi di inquinamento.Come è possibile allora che in un settore come questo, dove peraltro occorre un know-how ben definito, si vada a creare un turn over così pesante? Voci infatti parlano di assunzioni che non coprono i profili professionali perduti, con un impoverimento quindi delle armi ambientali a disposizione del porto.I sindacati, l’Autorità di sistema portuale, la politica stanno monitorando questa vicenda? Ai posteri l’ardua sentenza.