Dicembre 23, 2024
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Profughi ucraini: accolte cento persone in fuga

Si è svolta ieri pomeriggio, nella sala consiliare della sede municipale di Via Cicerone la prima riunione operativa per coordinare sul territorio tutte le iniziative di solidarietà e per contrastare l’emergenza dell’arrivo dei profughi ucraini, indetta dal Sindaco di Santa Marinella Pietro Tidei e dall’ assessore ai servizi sociali Pierluigi D’Emilio, presente la dottoressa Serra direttore sanitario della ASL RM 4. Queste le dichiarazioni di Tidei: “Ho voluto incontrare tutte le forze di volontariato  presenti sul territorio, Misericordia, Croce Rossa Italiana, Nucleo Sommozzatori, le congregazioni religiose, il parroco di San Giuseppe Don Salvatore, oltre alla dirigente scolastica Dottoressa Velia Ceccarelli, per coordinare tutte le operazioni che questa amministrazione comunale, da  subito, ha  messo in campo per fronteggiare al meglio, e soprattutto nel rispetto delle normative di legge, l’arrivo anche nella nostra città, di numerosi profughi scappati dalla guerra divampata in Ucraina, perlopiù giovani donne con bambini , al momento circa un centinaio di persone che potranno restare in Italia  solo dopo che si saranno  registrate presso il comune  contattando  gli uffici dei servizi sociali preposti a questo compito e la Questura. Per quanto attiene all’ assistenza di tipo sanitario come ampiamente descritto dal direttore della Asl Dottoressa Serra dal lunedì al venerdì presso gli ambulatori di Via Valdambrini sarà presente un medico per visitare e valutare le condizioni fisiche dei rifugiati e indirizzarli nel caso presso i pediatri o gli specialisti per le cure necessarie. Sempre grazie alla solidarietà degli istituti religiosi è stato possibile dare una prima accoglienza ma in futuro stiamo valutando se sarà possibile individuare strutture per offrire un alloggio dignitoso e temporaneo a queste persone che ricordo sono fuggite spesso con le poche cose che avevano indosso e i loro figli dall’ orrore di un conflitto bellico. A tale proposito continuerà la raccolta di beni di prima necessita cordata alla misericordia mentre la Croce Rossa che ha ancora in essere una convezione con la Asl dovrà riattivare il punto di vaccinazione per il Covid ed esecuzione di tamponi allestito nella zona 167 di Santa Severa chiuso solo di recente.  Con l’assessore D’Emilio siamo in costante contatto con l’Ambasciata, i Ministeri degli Interni e Degli Esteri e la Questura e pertanto, a breve, sarà necessario indire una nuova riunione perché la situazione anche dal punto di vista normativo è in continua evoluzione e ci auguriamo anche in semplificazione degli iter oggi in corso per facilitare tutte le misure di ospitalità e accoglienza”.

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“C’è tanto da fare ma i cantieri partono”

Tour ad alcuni dei cantieri attivi in città, questa mattina, per il Sindaco Ernesto Tedesco e l’Assessore ai Lavori Pubblici, Roberto D’Ottavio. In particolare, questa mattina sono partiti i lavori su via Leopoli, nella parte nord. L’appalto prevede il totale rifacimento della strada, ammalorata in molte parti. Sopralluogo anche su via De Sanctis, dove l’asfaltatura è stata completata, aggiungendo un altro tassello al reticolo viario attorno viale Apollodoro (dove sono state completate nei mesi scorsi via Matteini, via Filzi, via dell’Acquedotto Romano ed altre traverse). L’Assessore D’Ottavio ha inoltre preso atto di alcuni dei dissesti lamentati in via Santa Barbara, quadrante per il quale recentemente è stato intercettato un importante finanziamento di fondi sovracomunali.   Commenta il Sindaco Tedesco: “I cantieri sono numerosi in tutta la città, sia in periferia che al centro. D’altronde, molto c’è da fare ma lo stiamo facendo e sono felice che finalmente le persone vedano il frutto della programmazione della prima parte del mandato. Ringrazio gli uffici perché stanno rispondendo bene, nonostante le note difficoltà di organico, alla pressione dei tanti lavori messi in campo e il tour di questa mattina con l’Assessore è servito anche a programmare le prossime mosse”. “Con il Sindaco abbiamo visionato anche l’area di via Betti, il cui cantiere si intersecherà con quello di via Leopoli”, conferma l’Assessore ai Lavori Pubblici. “Naturalmente, essendo zone che aspettano da almeno trenta anni un intervento risolutivo, dovrà essere l’occasione per fare le cose bene, così come nel quadrante di via Santa Barbara. Ringrazio comunque i tecnici comunali, che stanno facendo sacrifici veri per pianificare in maniera coerente gli interventi creando il minor disagio possibile ai cittadini, che a loro volta ci fermano per strada, riconoscendo la progettualità messa in campo dall’Amministrazione. È un risultato che condivido con tutta la maggioranza che sostiene il sindaco Tedesco”, conclude D’Ottavio.

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Tidei: “Il nostro no al digestore risale a due anni fa”

“Mentre tutti i comuni del territorio oggi seguitano a far polemiche siamo stati l’unica amministrazione che non oggi ma nel 2020 si è opposta con una delibera di giunta alla nascita del Biodigestore in località Monna Felicita a pochi chilometri dalla nostra città. Si tratta di un atto concreto eseguito nei tempi previsti per opporsi al progetto che dimostra oggi più che mai che  questa amministrazione non sta cavalcando oggi l’onda del dissenso perché sulla nascita dell’ impianto di biometano è stata e sarà sempre contraria”. Questo quanto asserisce il sindaco di Santa Marinella Pietro Tidei, evidentemente rispondendo ad alcuni comitati che ne hanno criticato l’intervento durante un recente consiglio comunale aperto a Civitavecchia. Tidei non manca di produrre la documentazione del caso, che ideanews24 mette fedelmente a disposizione dei lettori scaricandola dal pulsante qui sotto. “I contenuti della delibera sono inequivocabili”, commenta Tidei.  “Era il novembre del 2020 quando la giunta municipale da me presieduta  si riunì per votare un atto nel quale già all’epoca venivano  elencate  tutte le motivazioni per le quali l’iniziativa proposta dalla società interessata a realizzare l’impianto non poteva essere attuata i questo territorio.  Siamo stati i primi ma a questo punto credo anche gli unici ad assumerci le nostre responsabilità anche al cospetto dei cittadini a tutela della salute pubblica, e a  mettere, nero su bianco tutto ciò  e a dichiarare  la totale contrarietà dell’amministrazione comunale di Santa Marinella,  invitando già all’epoca, e non solo oggi la  Regione Lazio in autotutela a ritirare la proposta avanzata dalla società Ambyenta Lazio”. “Ho creduto opportuno riportare oggi all’attenzione della popolazione e degli amministratori locali questa netta presa di posizione da parte della maggioranza di Santa Marinella solo per dimostrare con quanta coerenza stiamo portando avanti questa battaglia che per noi è iniziata da subito e che continueremo a combattere con assoluta determinazione”, conclude il primo cittadino.

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“Enel superi il carbone con le rinnovabili”

Da Brindisi e da Civitavecchia, parla con una sola voce la Fiom-Cgil. La sigla della categoria dei metalmeccanici si scaglia infatti contro l’uso del carbone nelle due centrali, alla luce delle difficoltà lavorative degli anni scorsi. Ma ecco il comunicato integrale: “I drammatici eventi di queste settimane mettono in risalto l’incapacità, fin qui mostrata dal nostro paese in campo energetico, di progettare uno sviluppo slegato dalle fonti fossili. Se da un lato per il breve periodo si cerca in altri paesi fornitori un’alternativa al gas russo, dal lato delle rinnovabili sono ancora fermi sia gli investimenti per nuovi progetti che le procedure di valutazione per quelli già presentati.Non ci si rende “autonomi dai ricatti”, per usare le parole del ministro, solo cercando forniture da altri paesi: bisogna far camminare i progetti già in campo dove esistono e svilupparne velocemente di nuovi dove ancora non ce ne sono. Vedi Civitavecchia nel primo caso e Brindisi nel secondo. Per tutti bisogna concretizzare gli impegni presi con il Pnrr.La transizione si fa coinvolgendo i territori e tenendo conto dei lavoratori interessati. I metalmeccanici che lavorano nelle due grandi centrali a carbone ENEL di Brindisi e Civitavecchia sono tantissimi e nel passaggio non dovrà perdersi un solo posto di lavoro, anzi se ne dovranno creare di nuovi. Enel, che per decenni ha prodotto energia con il carbone nei due siti, ha il dovere sociale di presentare piani d’investimento sulle energie alternative per progetti industriali, non per progetti di piccolo cabotaggio che affronterebbero la questione solo marginalmente. La svolta occupazionale metalmeccanica può essere realizzata promuovendo consorzi territoriali in grado di assicurare la produzione dei pannelli o degli impianti eolici senza dipendere dall’estero.Le date limite sono dietro l’angolo, lo è il 2025 italiano come il 2030 europeo. Noi siamo pronti al confronto, dati alla mano, mansione per mansione, sito per sito. Al Governo, a Enel e alla politica tutta chiediamo impegno e lungimiranza.”

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“Enel: l’inquinamento qui, il lavoro altrove”

Dopo le parole in diretta televisiva ad Agorà Raitre del Ministro per la Transizione ecologica, si registra un polverone. Ecco il duro attacco della sigla sindacale Usb. “ Alcuni giorni fa, con parole che ci hanno molto sorpreso, il Ministro Cingolani ha lanciato un messaggio volutamente fuorviante all’opinione pubblica, facendo intendere che il rilancio della produzione a carbone sia solo una possibilità a fronte di uno stop delle forniture russe di gas. Forse il Ministro è preoccupato della sua immagine “verde” ma la realtà è oggettivamente assai diversa, perché le centrali di Brindisi e Civitavecchia stanno producendo al loro massimo già da qualche mese – ossia da prima della crisi Ucraina – e se non raggiungono i precedenti livelli di generazione è solo per problemi tecnici e di approvvigionamento. In particolare, da inizio anno Torrevaldaliga Nord viaggia a una media di 3/4 navi carboniere al mese – altro che scarto ridotto – e sicuramente avrebbe prodotto assai di più senza avarie e limiti impiantistici dovuti a insufficienti investimenti. Ora, pur comprendendo le ragioni che nella situazione attuale spingono a un temporaneo (?) rilancio del carbone, vogliamo sottolineare due aspetti. Primo, la centrale sta funzionando in una situazione di stress operativo insostenibile: il personale Enel è ridotto della metà rispetto a quello di pochi anni fa, i lavoratori in appalto – nonostante l’esternalizzazione spinta – sono ugualmente diminuiti e le stesse imprese con il calo delle attività hanno finito per indebolirsi. E’ infatti già da alcuni anni che, sicura di realizzare il nuovo impianto a gas, Enel ha iniziato a tagliare personale e appalti, incidendo negativamente su un’organizzazione del lavoro che non può reggere all’attuale aumento della produzione. Specie con riguardo alla sicurezza. Crediamo che Torrevaldaliga nord stia macinando lauti profitti: Enel investa quindi adeguatamente per le manutenzioni e soprattutto incrementi gli occupati, sia diretti che delle imprese appaltatrici, portandoli ad un livello consono al regime di funzionamento degli impianti. Secondo, l’attuale ripresa della produzione non può cancellare dall’agenda i temi del fine carbone e di uno sviluppo sostenibile, che città e Regione Lazio vogliono fondato sulle rinnovabili. E soprattutto non può condurre Enel a trascurare le richieste di una popolazione, che, ancora una volta, si sta caricando sulle spalle il peso ambientale di esigenze nazionali. In tal senso, chiediamo che l’azienda elettrica faccia a Civitavecchia quello che ad esempio sta per fare a Catania, dove grazie ai fondi europei trasformerà in Gigafactory la fabbrica di pannelli fotovoltaici solari 3SUN – di cui è comproprietaria – aumentandone la produzione di ben 15 volte e creando così 1.000 nuovi posti di lavoro diretti. E probabilmente altrettanti nell’indotto. Possibile che si finisca sempre per essere tagliati fuori da simili scelte? E pensare che secondo la Convenzione quadro del 2008 – disattesa a ogni livello – in questo territorio si sarebbe dovuto realizzare un Centro di “eccellenza” (sic!) per le energie alternative: una delle tante occasioni perse, che oggi ci avrebbe permesso di agganciare il treno delle rinnovabili. E invece dobbiamo restare a guardare: l’inquinamento a Civitavecchia, il lavoro altrove! Sarebbe bene che le istituzioni intervenissero con urgenza e decisione su questi temi: riteniamo che il Comune, la Regione Lazio e gli stessi parlamentari locali abbiano tutte le possibilità per fare pressione sul Governo circa le scelte di un’azienda come Enel, quotata in borsa ma partecipato dallo Stato, che nel momento in cui decide di lanciarsi sulla produzione di pannelli fotovoltaici dovrebbe tenere in conto anche questa città e la sua gente, per ciò che ha dato e continua a dare. Non fosse altro che per un minimo di rispetto”, conclude l’Usb di Civitavecchia.

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Crisi Ucraina: da lunedì meno luce in strada e caldo negli uffici

Da lunedì non solo termostati più bassi, ma anche meno intensità dell’illuminazione pubblica. È quanto sta preparando l’Assessorato ai Lavori pubblici, di concerto col Sindaco Ernesto Tedesco.Come spiega l’assessore Roberto D’Ottavio, “abbiamo verificato la fattibilità di misure che possano andare incontro alle esigenze di un maggior risparmio e di pesare comunque meno sul fabbisogno energetico nazionale. Per quanto riguarda le temperature interne agli edifici, siamo orientati ad abbassare di un grado i termostati in tutti gli stabili comunali, con l’esclusione delle scuole. Inoltre abbiamo chiesto alle società che li hanno in gestione di ridurre l’intensità dei lampioni dell’illuminazione pubblica. Sono segnali di attenzione che facciamo noi per primi come amministrazione, invitando anche i cittadini ad una maggiore sensibilità su questi temi”.

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Lavori al varco Fortezza: transito interrotto

I lavori di riqualificazione del Varco Fortezza partiranno il prossimo 16 marzo. E’ quanto comunicato dall’AdSP alla Capitaneria di Porto che ha emanato l’ordinanza di chiusura temporanea del Varco, a decorrere dalle ore 6 del 14 marzo. In vista, infatti, delle attività di demolizione del fabbricato in corrispondenza del Varco Fortezza, al fine di salvaguardare la sicurezza per l’intera utenza portuale, a partire dalle ore 6 di mercoledì 14 marzo il Varco Fortezza rimarrà chiuso al transito veicolare per tutta la durata dei lavori, stimata in 10 giorni, mentre il varco pedonale rimarrà interdetto soltanto durante le attività di demolizione, stimate in 2 giorni a partire dal 16 marzo.   In corrispondenza dei giorni di chiusura del Varco, al fine di garantire l’ingresso della cittadinanza in ambito portuale, dalle ore 6 alle ore 24 saranno abbassate le barriere mobili perimetrali retrostanti il Forte Michelangelo.  

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“Agraria: a quando le dimissioni?”

Dopo l’inchiesta che ha creato un terremoto giudiziario all’Università Agraria, è ora di “avviare una gestione virtuosa e trasparente di un ente che ha come primaria finalità quella di tutelare i beni collettivi”. Lo sostengono i consiglieri del Movimento 5 stelle di Civitavecchia, secondo i quali “le elezioni, troppe volte rinviate da due anni, non possono più aspettare”. Ma ecco il comunicato del gruppo consiliare pentastellato in forma integrale: “L’Università Agraria di Civitavecchia non può più aspettare, è ora di avviare una gestione virtuosa e trasparente di un ente che ha come primaria finalità quella di tutelare i beni collettivi. Ferma restando la presunzione d’innocenza e che gli indagati non sono considerati colpevoli fino alla condanna definitiva, l’arresto del presidente dell’agraria e le indagini in corso sui vertici, impongono le dimissioni immediate del presidente e di quello che è rimasto del consiglio di amministrazione per procedere rapidamente a nuove elezioni. Ricordiamo che, nonostante nei mesi scorsi 5 su 11 consiglieri si siano dimessi, l’ente ha continuato a deliberare. Quindi ora con il presidente agli arresti domiciliari tutto ciò già assurdo diventa impossibile.Migliaia di cittadini da anni chiedono giustizia e sono finiti in un labirinto di cause, ricorsi e controricorsi legati agli usi civici, nonostante sentenze favorevoli del TAR.Ormai le elezioni, troppe volte rinviate da due anni, non possono più aspettare. C’è bisogno di ripristinare l’operatività di un ente che ha bisogno di una rinnovata ripartenza e di affrontare le molteplici difficoltà con la dovuta e necessaria serenità.

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All’Asl in arrivo i medici stranieri

La Asl Roma4 ha pubblicato nei giorni scorsi una manifestazione di interesse per il reclutamento di medici stranieri extra UE.La manifestazione nasce dall’accordo sottoscritto il mese scorso dalla Regione Lazio  con AMSI (Associazione Medici di origine Straniera in Italia), che punta ad integrare i professionisti italiani con i professionisti stranieri cittadini di Paesi extra UE senza obbligo della cittadinanza italiana.L’assessore D’Amato nelle scorse settimane aveva illustrato l’accordo che “apre al reclutamento temporaneo del personale medico anche tra i cittadini di Paesi extra UE che siano titolari di permesso di soggiorno e che siano iscritti ad Ordini professionali del nostro Paese, che quindi già esercitano la professione medica e conoscono la lingua italiana. E’ una grande opportunità in un momento di emergenza. Si tratta di una platea professionalmente preparata a cui fino ad oggi era precluso l’accesso nel sistema pubblico”. Recepito prima dalla Azienda Ospedaliera San Giovanni Addolorata e poi dalla Asl Roma 4, l’accordo potrebbe migliorare la problematica nazionale relativa al reclutamento dei medici. “Ci saranno selezioni per diverse specializzazioni:  medicina d’urgenza e PS, anestesia, medicina interna, nefrologia e discipline equipollenti – spiega il direttore generale della Asl Roma4 Cristina Matranga -. Attraverso questa possibilità, che ci è stata offerta dalla Regione Lazio, speriamo di poter coprire ruoli importanti, migliorando l’offerta delle attività sanitarie della nostra azienda”.   “Ringrazio il Direttore Matranga per la grande disponibilità. – ha commentato il prof. Foad Aodi, presidente di AMSI e dell’Unione medica euromediterranea (Umem) – Accordi di questo genere forniscono un sostegno importante alla sanità pubblica, favoriscono l’integrazione e l’aumento dei diritti per i lavoratori. Speriamo in un futuro molto prossimo di poter svolgere in Italia  concorsi pubblici senza l’obbligo della cittadinanza. Questa procedura snellirebbe le procedure relative al permesso di soggiorno, riconoscendo i titoli professionali conseguiti all’estero di chi desidera lavorare in Italia. Infatti la delibera della Regione Lazio -Amsi voluta dall’assessore D’Amato ha già fatto 3 risultati importanti; Ha sdoganato e rispettato il principio del rispetto dei diritti e doveri dei professionisti di origine straniera; Tanti colleghi dall’estero ci chiamano per volere venire a lavorare in Italia; Urge una legge nazionale per fare concorsi a tempi indeterminato e non solo per un anno che limiterebbe il reclutamento”.

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Incontro tra Russi ed Ucraini in Comune

Nel pomeriggio di ieri, presso la sala consiliare del palazzo comunale, è avvenuto un importante incontro tra la comunità ucraina e russa per mandare un messaggio di speranza e di pace. “È stata un’iniziativa che abbiamo voluto organizzare – dice il sindaco Sergio Caci – in quanto penso che sia fondamentale, in questo momento particolare, trovare la forza di unirci perché tutto ciò di cui abbiamo bisogno ora è la pace. La guerra non stabilisce chi ha ragione, come scriveva Bertrand Russell, ma solo chi sopravvive. Tanta gente in ucraina, in entrambi i fronti, sta perdendo la vita. In migliaia hanno dovuto lasciare la propria terra ed è inaccettabile che per qualsiasi ragione si possa assistere a tutto questo. Possano la guerra e gli interessi economici non alimentare odi fra i popoli che invece hanno bisogno di vedere realizzati i propri sogni”. All’incontro c’è stata l’occasione di conoscere più da vicino la tragedia che stanno vivendo le popolazioni colpite dalla guerra e preziosa è stata la testimonianza di alcuni. “Per organizzare l’evento mi sono ispirato durante il summit europeo del Comitato delle Regioni, avvenuto a Marsiglia la scorsa settimana, aggiunge Caci. Fare incontrare i cittadini ucraini e russi nella sala consiliare del nostro piccolo comune è stata l’occasione per lanciare il messaggio europeo, ovvero “Non esiste Europa senza i piccoli comuni, le città, le regioni, soprattutto senza i popoli forti perché diversi”.  

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