Settembre 21, 2024
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Profughi ucraini: la città è pronta

Oggi l’assessore ai Servizi sociali Cinzia Napoli e il coordinatore del Nucleo di Protezione civile di Civitavecchia Valentino Arillo hanno incontrato i giornalisti Palazzo Pincio, per aggiornare la cittadinanza sull’accoglienza dei profughi in fuga dalla guerra in Ucraina. «Ci tenevamo a dare tutte le notizie necessarie» ha detto l’assessore Napoli, «ma per avere i dettagli sostanziali stiamo ancora aspettando la comunicazione della Prefettura, anche per capire quale budget sarà messo a disposizione. Nel frattempo abbiamo incontrato i partner con i quali stiamo organizzando l’ospitalità, a partire dalla Asl Rm4. La disponibilità ad accogliere famiglie o singoli ucraini è venuta da Repubblica dei Ragazzi, Caritas, Il Ponte, Comunità di Sant’Egidio, mentre il comitato della Croce Rossa fornirà supporto per i beni di consumo. Anche il gruppo Scout ha dato disponibilità a fornire sostegno per le famiglie che saranno ospitate nella Repubblica dei Ragazzi, con attività ludiche per i bambini. Insomma la città è pronta a fare la sua parte e, tenendo conto della situazione già problematica, l’accoglienza prevista sarà per cinquanta posti letto. Perché l’ospitalità dovrà essere decorosa: nessuna tendopoli né sistemazioni di fortuna». L’assessore ha poi precisato che alcune famiglie hanno già accolto parenti scappati dall’Ucraina: «E giustamente anche loro chiedono notizie sull’organizzazione degli aiuti. Per questo stiamo insistendo con la Prefettura per avere risposte al più presto». Il coordinatore della Protezione civile civitavecchiese ha poi spiegato i tre passaggi fondamentali che dovranno intraprendere i profughi una volta arrivati in città: «Prima di tutto dovranno fare il tampone per il Covid 19 al Drive In. In secondo luogo si dovranno recare all’Ambulatorio della Asl Rm4 di via Etruria 4, dove al secondo piano troveranno l’équipe medica per un primo screening per il rilascio del Tesserino provvisorio sanitario, che potranno usare anche per Trenitalia e bus. Infine, col tesserino, dovranno recarsi a Roma, all’Ufficio Immigrazione in via Teofilo Patini 19, per chiedere il Visto temporaneo di soggiorno. Speriamo che la Prefettura renda operativo il budget al più presto, perché solo allora potremo organizzare al meglio l’accoglienza. L’emergenza sarà lunga e i civitavecchiesi che vorranno offrire ospitalità devono esserne coscienti». Arillo ha infine fatto un appello per quei cittadini che hanno chiesto dove portare beni per l’Ucraina: «Ci stiamo organizzando per portare soccorso, ma come abbiamo già fatto ad esempio per i terremoti di Amatrice e L’Aquila, la cosa migliore è offrire denaro: una volta in zona compreremo là i beni che le autorità locali ci diranno essere più necessari». La Protezione civile ha messo a disposizione un numero di telefono – 0766 19422 – per le segnalazioni di disponibilità e le informazioni sull’accoglienza dei profughi.

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Anche Civitavecchia tra i “Comuni Ricicloni”

Civitavecchia è entrata nel novero dei Comuni ricicloni del Lazio. Il Sindaco Ernesto Tedesco ha per questo ricevuto un riconoscimento nei giorni scorsi a Roma, a riscontro dei risultati raggiunti nel corso dell’anno 2021 in materia di raccolta differenziata. «Civitavecchia si aggiunge al gruppo dei “Grandi” (Comuni, ndr) per la prima volta quest’anno, con un miglioramento di oltre 25 punti percentuale» rispetto al precedente, si legge nel Dossier Comuni Ricicloni e Ciclo dei rifiuti nel Lazio, presentato un mese fa a Roma da Legambiente e Regione Lazio. Commenta il Vicesindaco Manuel Magliani, che ha la delega all’Ambiente: «I risultati raggiunti sono oggettivi. Un merito che l’Amministrazione ha il dovere di condividere con i cittadini che mostrano senso civico e con Civitavecchia Servizi Pubblici, il cui management e i cui dipendenti (pur operando tra mille difficoltà) sono riusciti a ottimizzare il servizio. Molto va ancora fatto, ma l’incremento di frazione differenziata è stato raggiunto portando nel contempo la società molto vicina all’equilibrio economico finanziario ed introducendo servizi rimodulati, quali quello della raccolta degli abiti usati e quello degli oli esausti che presto sarà arrivato portando nuove risorse alla società e maggior tutela ambientale. Risultati e numeri concreti, che fanno giustizia di tante imprecisioni dette in questi mesi. L’Amministrazione comunale lavora e raggiunge gli obiettivi: le chiacchiere le lasciamo ai soliti quattro “nemici” al bar…».

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Il M5s insinua su un “aiutino” sullo Stadio del Nuoto

Polemica tutta sportiva a Civitavecchia: il M5s ha da ridire sul finanziamento allo Stadio del Nuoto. Un milione di euro da Città Metropolitana, che però il gruppo consiliare pentastellato in un comunicato lega a un assessore di un altro ente, cioè il comune di Civitavecchia: “Coincidenze. Sono sicuramente delle coincidenze. L’8 marzo 2022 l’Assessore Daniele Barbieri, come si deduce dai quotidiani locali, è entrato nel consiglio di amministrazione della Nc, l’associazione sportiva che gestisce lo Stadio del Nuoto. Lo stesso giorno la giunta Tedesco ha deliberato per un milionario intervento di efficientamento energetico al PalaGalli a valere sui fondi del PNRR di Città Metropolitana, con l’assessore/membro del cda presente. Premesso che l’intervento di efficientamento energetico al Pala Marco Galli è doveroso ed opportuno, invitiamo le altre associazioni sportive locali, in particolar modo quelle che gestiscono immobili comunali, a far entrare un assessore della Giunta Tedesco nel proprio consiglio direttivo. Sono tanti gli interventi che andrebbero compiuti sugli impianti comunali e visto che neanche quelli già finanziati da 3 anni, come per lo Stadio Fattori grazie alla nostra amministrazione, sono stati cantierati, chissà che avere un assessore nel proprio direttivo non possa dare quella spinta in più necessaria”, concludono i 5 stelle.

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“C’è tanto da fare ma i cantieri partono”

Tour ad alcuni dei cantieri attivi in città, questa mattina, per il Sindaco Ernesto Tedesco e l’Assessore ai Lavori Pubblici, Roberto D’Ottavio. In particolare, questa mattina sono partiti i lavori su via Leopoli, nella parte nord. L’appalto prevede il totale rifacimento della strada, ammalorata in molte parti. Sopralluogo anche su via De Sanctis, dove l’asfaltatura è stata completata, aggiungendo un altro tassello al reticolo viario attorno viale Apollodoro (dove sono state completate nei mesi scorsi via Matteini, via Filzi, via dell’Acquedotto Romano ed altre traverse). L’Assessore D’Ottavio ha inoltre preso atto di alcuni dei dissesti lamentati in via Santa Barbara, quadrante per il quale recentemente è stato intercettato un importante finanziamento di fondi sovracomunali.   Commenta il Sindaco Tedesco: “I cantieri sono numerosi in tutta la città, sia in periferia che al centro. D’altronde, molto c’è da fare ma lo stiamo facendo e sono felice che finalmente le persone vedano il frutto della programmazione della prima parte del mandato. Ringrazio gli uffici perché stanno rispondendo bene, nonostante le note difficoltà di organico, alla pressione dei tanti lavori messi in campo e il tour di questa mattina con l’Assessore è servito anche a programmare le prossime mosse”. “Con il Sindaco abbiamo visionato anche l’area di via Betti, il cui cantiere si intersecherà con quello di via Leopoli”, conferma l’Assessore ai Lavori Pubblici. “Naturalmente, essendo zone che aspettano da almeno trenta anni un intervento risolutivo, dovrà essere l’occasione per fare le cose bene, così come nel quadrante di via Santa Barbara. Ringrazio comunque i tecnici comunali, che stanno facendo sacrifici veri per pianificare in maniera coerente gli interventi creando il minor disagio possibile ai cittadini, che a loro volta ci fermano per strada, riconoscendo la progettualità messa in campo dall’Amministrazione. È un risultato che condivido con tutta la maggioranza che sostiene il sindaco Tedesco”, conclude D’Ottavio.

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Tir fermi in porto: è paralisi (GALLERY)

C’è anche Civitavecchia tra le città che vedono montare la protesta degli autotrasportatori contro il caro-carburante. Gli autisti oggi hanno fermato i loro tir in porto. Una manifestazione che è stata ripresa stamane anche da Canale 5, nella trasmissione “Mattino Cinque”. A parlare ai microfoni dell’inviato è stato Patrizio Loffarelli, Responsabile Portualità e Sviluppo del territorio di Assotir, che ha ricordato come lavorare sia ormai un problema dal punto di vista dei costi e come il “il fermo dei mezzi, nato spontaneo dalle imprese, tende a sottolineare proprio questo punto”. Un pieno, ricorda un camionista, può venire a costare dai “1200 ai 1500 euro in media”. Prezzi che stanno mettendo in ginocchio il mondo degli autotrasportatori, costretti a chiedere misure di emergenza per affrontare la difficile situazione. E proprio Loffarelli ricorda come anche chi non ha spento i motori ha espresso solidarietà. “C’è la solidarietà anche di chi continua a viaggiare” dice ricordando come si chiede non solo un intervento per il problema del carburante ma in generale “regole per il settore”. Un settore strategico, che con lo stop, produce inevitabilmente ripercussioni sulla circolazione delle merci su tutto il territorio, compresa la diffusione e la consegna di generi alimentari e beni di prima necessità.

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“Enel superi il carbone con le rinnovabili”

Da Brindisi e da Civitavecchia, parla con una sola voce la Fiom-Cgil. La sigla della categoria dei metalmeccanici si scaglia infatti contro l’uso del carbone nelle due centrali, alla luce delle difficoltà lavorative degli anni scorsi. Ma ecco il comunicato integrale: “I drammatici eventi di queste settimane mettono in risalto l’incapacità, fin qui mostrata dal nostro paese in campo energetico, di progettare uno sviluppo slegato dalle fonti fossili. Se da un lato per il breve periodo si cerca in altri paesi fornitori un’alternativa al gas russo, dal lato delle rinnovabili sono ancora fermi sia gli investimenti per nuovi progetti che le procedure di valutazione per quelli già presentati.Non ci si rende “autonomi dai ricatti”, per usare le parole del ministro, solo cercando forniture da altri paesi: bisogna far camminare i progetti già in campo dove esistono e svilupparne velocemente di nuovi dove ancora non ce ne sono. Vedi Civitavecchia nel primo caso e Brindisi nel secondo. Per tutti bisogna concretizzare gli impegni presi con il Pnrr.La transizione si fa coinvolgendo i territori e tenendo conto dei lavoratori interessati. I metalmeccanici che lavorano nelle due grandi centrali a carbone ENEL di Brindisi e Civitavecchia sono tantissimi e nel passaggio non dovrà perdersi un solo posto di lavoro, anzi se ne dovranno creare di nuovi. Enel, che per decenni ha prodotto energia con il carbone nei due siti, ha il dovere sociale di presentare piani d’investimento sulle energie alternative per progetti industriali, non per progetti di piccolo cabotaggio che affronterebbero la questione solo marginalmente. La svolta occupazionale metalmeccanica può essere realizzata promuovendo consorzi territoriali in grado di assicurare la produzione dei pannelli o degli impianti eolici senza dipendere dall’estero.Le date limite sono dietro l’angolo, lo è il 2025 italiano come il 2030 europeo. Noi siamo pronti al confronto, dati alla mano, mansione per mansione, sito per sito. Al Governo, a Enel e alla politica tutta chiediamo impegno e lungimiranza.”

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“Enel: l’inquinamento qui, il lavoro altrove”

Dopo le parole in diretta televisiva ad Agorà Raitre del Ministro per la Transizione ecologica, si registra un polverone. Ecco il duro attacco della sigla sindacale Usb. “ Alcuni giorni fa, con parole che ci hanno molto sorpreso, il Ministro Cingolani ha lanciato un messaggio volutamente fuorviante all’opinione pubblica, facendo intendere che il rilancio della produzione a carbone sia solo una possibilità a fronte di uno stop delle forniture russe di gas. Forse il Ministro è preoccupato della sua immagine “verde” ma la realtà è oggettivamente assai diversa, perché le centrali di Brindisi e Civitavecchia stanno producendo al loro massimo già da qualche mese – ossia da prima della crisi Ucraina – e se non raggiungono i precedenti livelli di generazione è solo per problemi tecnici e di approvvigionamento. In particolare, da inizio anno Torrevaldaliga Nord viaggia a una media di 3/4 navi carboniere al mese – altro che scarto ridotto – e sicuramente avrebbe prodotto assai di più senza avarie e limiti impiantistici dovuti a insufficienti investimenti. Ora, pur comprendendo le ragioni che nella situazione attuale spingono a un temporaneo (?) rilancio del carbone, vogliamo sottolineare due aspetti. Primo, la centrale sta funzionando in una situazione di stress operativo insostenibile: il personale Enel è ridotto della metà rispetto a quello di pochi anni fa, i lavoratori in appalto – nonostante l’esternalizzazione spinta – sono ugualmente diminuiti e le stesse imprese con il calo delle attività hanno finito per indebolirsi. E’ infatti già da alcuni anni che, sicura di realizzare il nuovo impianto a gas, Enel ha iniziato a tagliare personale e appalti, incidendo negativamente su un’organizzazione del lavoro che non può reggere all’attuale aumento della produzione. Specie con riguardo alla sicurezza. Crediamo che Torrevaldaliga nord stia macinando lauti profitti: Enel investa quindi adeguatamente per le manutenzioni e soprattutto incrementi gli occupati, sia diretti che delle imprese appaltatrici, portandoli ad un livello consono al regime di funzionamento degli impianti. Secondo, l’attuale ripresa della produzione non può cancellare dall’agenda i temi del fine carbone e di uno sviluppo sostenibile, che città e Regione Lazio vogliono fondato sulle rinnovabili. E soprattutto non può condurre Enel a trascurare le richieste di una popolazione, che, ancora una volta, si sta caricando sulle spalle il peso ambientale di esigenze nazionali. In tal senso, chiediamo che l’azienda elettrica faccia a Civitavecchia quello che ad esempio sta per fare a Catania, dove grazie ai fondi europei trasformerà in Gigafactory la fabbrica di pannelli fotovoltaici solari 3SUN – di cui è comproprietaria – aumentandone la produzione di ben 15 volte e creando così 1.000 nuovi posti di lavoro diretti. E probabilmente altrettanti nell’indotto. Possibile che si finisca sempre per essere tagliati fuori da simili scelte? E pensare che secondo la Convenzione quadro del 2008 – disattesa a ogni livello – in questo territorio si sarebbe dovuto realizzare un Centro di “eccellenza” (sic!) per le energie alternative: una delle tante occasioni perse, che oggi ci avrebbe permesso di agganciare il treno delle rinnovabili. E invece dobbiamo restare a guardare: l’inquinamento a Civitavecchia, il lavoro altrove! Sarebbe bene che le istituzioni intervenissero con urgenza e decisione su questi temi: riteniamo che il Comune, la Regione Lazio e gli stessi parlamentari locali abbiano tutte le possibilità per fare pressione sul Governo circa le scelte di un’azienda come Enel, quotata in borsa ma partecipato dallo Stato, che nel momento in cui decide di lanciarsi sulla produzione di pannelli fotovoltaici dovrebbe tenere in conto anche questa città e la sua gente, per ciò che ha dato e continua a dare. Non fosse altro che per un minimo di rispetto”, conclude l’Usb di Civitavecchia.

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Crisi Ucraina: da lunedì meno luce in strada e caldo negli uffici

Da lunedì non solo termostati più bassi, ma anche meno intensità dell’illuminazione pubblica. È quanto sta preparando l’Assessorato ai Lavori pubblici, di concerto col Sindaco Ernesto Tedesco.Come spiega l’assessore Roberto D’Ottavio, “abbiamo verificato la fattibilità di misure che possano andare incontro alle esigenze di un maggior risparmio e di pesare comunque meno sul fabbisogno energetico nazionale. Per quanto riguarda le temperature interne agli edifici, siamo orientati ad abbassare di un grado i termostati in tutti gli stabili comunali, con l’esclusione delle scuole. Inoltre abbiamo chiesto alle società che li hanno in gestione di ridurre l’intensità dei lampioni dell’illuminazione pubblica. Sono segnali di attenzione che facciamo noi per primi come amministrazione, invitando anche i cittadini ad una maggiore sensibilità su questi temi”.

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Lavori al varco Fortezza: transito interrotto

I lavori di riqualificazione del Varco Fortezza partiranno il prossimo 16 marzo. E’ quanto comunicato dall’AdSP alla Capitaneria di Porto che ha emanato l’ordinanza di chiusura temporanea del Varco, a decorrere dalle ore 6 del 14 marzo. In vista, infatti, delle attività di demolizione del fabbricato in corrispondenza del Varco Fortezza, al fine di salvaguardare la sicurezza per l’intera utenza portuale, a partire dalle ore 6 di mercoledì 14 marzo il Varco Fortezza rimarrà chiuso al transito veicolare per tutta la durata dei lavori, stimata in 10 giorni, mentre il varco pedonale rimarrà interdetto soltanto durante le attività di demolizione, stimate in 2 giorni a partire dal 16 marzo.   In corrispondenza dei giorni di chiusura del Varco, al fine di garantire l’ingresso della cittadinanza in ambito portuale, dalle ore 6 alle ore 24 saranno abbassate le barriere mobili perimetrali retrostanti il Forte Michelangelo.  

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“Agraria: a quando le dimissioni?”

Dopo l’inchiesta che ha creato un terremoto giudiziario all’Università Agraria, è ora di “avviare una gestione virtuosa e trasparente di un ente che ha come primaria finalità quella di tutelare i beni collettivi”. Lo sostengono i consiglieri del Movimento 5 stelle di Civitavecchia, secondo i quali “le elezioni, troppe volte rinviate da due anni, non possono più aspettare”. Ma ecco il comunicato del gruppo consiliare pentastellato in forma integrale: “L’Università Agraria di Civitavecchia non può più aspettare, è ora di avviare una gestione virtuosa e trasparente di un ente che ha come primaria finalità quella di tutelare i beni collettivi. Ferma restando la presunzione d’innocenza e che gli indagati non sono considerati colpevoli fino alla condanna definitiva, l’arresto del presidente dell’agraria e le indagini in corso sui vertici, impongono le dimissioni immediate del presidente e di quello che è rimasto del consiglio di amministrazione per procedere rapidamente a nuove elezioni. Ricordiamo che, nonostante nei mesi scorsi 5 su 11 consiglieri si siano dimessi, l’ente ha continuato a deliberare. Quindi ora con il presidente agli arresti domiciliari tutto ciò già assurdo diventa impossibile.Migliaia di cittadini da anni chiedono giustizia e sono finiti in un labirinto di cause, ricorsi e controricorsi legati agli usi civici, nonostante sentenze favorevoli del TAR.Ormai le elezioni, troppe volte rinviate da due anni, non possono più aspettare. C’è bisogno di ripristinare l’operatività di un ente che ha bisogno di una rinnovata ripartenza e di affrontare le molteplici difficoltà con la dovuta e necessaria serenità.

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