Novembre 22, 2024
Politica
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All’Asl in arrivo i medici stranieri

La Asl Roma4 ha pubblicato nei giorni scorsi una manifestazione di interesse per il reclutamento di medici stranieri extra UE.La manifestazione nasce dall’accordo sottoscritto il mese scorso dalla Regione Lazio  con AMSI (Associazione Medici di origine Straniera in Italia), che punta ad integrare i professionisti italiani con i professionisti stranieri cittadini di Paesi extra UE senza obbligo della cittadinanza italiana.L’assessore D’Amato nelle scorse settimane aveva illustrato l’accordo che “apre al reclutamento temporaneo del personale medico anche tra i cittadini di Paesi extra UE che siano titolari di permesso di soggiorno e che siano iscritti ad Ordini professionali del nostro Paese, che quindi già esercitano la professione medica e conoscono la lingua italiana. E’ una grande opportunità in un momento di emergenza. Si tratta di una platea professionalmente preparata a cui fino ad oggi era precluso l’accesso nel sistema pubblico”. Recepito prima dalla Azienda Ospedaliera San Giovanni Addolorata e poi dalla Asl Roma 4, l’accordo potrebbe migliorare la problematica nazionale relativa al reclutamento dei medici. “Ci saranno selezioni per diverse specializzazioni:  medicina d’urgenza e PS, anestesia, medicina interna, nefrologia e discipline equipollenti – spiega il direttore generale della Asl Roma4 Cristina Matranga -. Attraverso questa possibilità, che ci è stata offerta dalla Regione Lazio, speriamo di poter coprire ruoli importanti, migliorando l’offerta delle attività sanitarie della nostra azienda”.   “Ringrazio il Direttore Matranga per la grande disponibilità. – ha commentato il prof. Foad Aodi, presidente di AMSI e dell’Unione medica euromediterranea (Umem) – Accordi di questo genere forniscono un sostegno importante alla sanità pubblica, favoriscono l’integrazione e l’aumento dei diritti per i lavoratori. Speriamo in un futuro molto prossimo di poter svolgere in Italia  concorsi pubblici senza l’obbligo della cittadinanza. Questa procedura snellirebbe le procedure relative al permesso di soggiorno, riconoscendo i titoli professionali conseguiti all’estero di chi desidera lavorare in Italia. Infatti la delibera della Regione Lazio -Amsi voluta dall’assessore D’Amato ha già fatto 3 risultati importanti; Ha sdoganato e rispettato il principio del rispetto dei diritti e doveri dei professionisti di origine straniera; Tanti colleghi dall’estero ci chiamano per volere venire a lavorare in Italia; Urge una legge nazionale per fare concorsi a tempi indeterminato e non solo per un anno che limiterebbe il reclutamento”.

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Attualità Attualità Montalto Montalto Politica Ultima ora

Incontro tra Russi ed Ucraini in Comune

Nel pomeriggio di ieri, presso la sala consiliare del palazzo comunale, è avvenuto un importante incontro tra la comunità ucraina e russa per mandare un messaggio di speranza e di pace. “È stata un’iniziativa che abbiamo voluto organizzare – dice il sindaco Sergio Caci – in quanto penso che sia fondamentale, in questo momento particolare, trovare la forza di unirci perché tutto ciò di cui abbiamo bisogno ora è la pace. La guerra non stabilisce chi ha ragione, come scriveva Bertrand Russell, ma solo chi sopravvive. Tanta gente in ucraina, in entrambi i fronti, sta perdendo la vita. In migliaia hanno dovuto lasciare la propria terra ed è inaccettabile che per qualsiasi ragione si possa assistere a tutto questo. Possano la guerra e gli interessi economici non alimentare odi fra i popoli che invece hanno bisogno di vedere realizzati i propri sogni”. All’incontro c’è stata l’occasione di conoscere più da vicino la tragedia che stanno vivendo le popolazioni colpite dalla guerra e preziosa è stata la testimonianza di alcuni. “Per organizzare l’evento mi sono ispirato durante il summit europeo del Comitato delle Regioni, avvenuto a Marsiglia la scorsa settimana, aggiunge Caci. Fare incontrare i cittadini ucraini e russi nella sala consiliare del nostro piccolo comune è stata l’occasione per lanciare il messaggio europeo, ovvero “Non esiste Europa senza i piccoli comuni, le città, le regioni, soprattutto senza i popoli forti perché diversi”.  

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Attualità Attualità Tarquinia In evidenza Politica Tarquinia Ultima ora

Il centro muore: il commercio dice basta

Una forma di protesta garbata ma decisa, una ricerca di dialogo determinata che procede giorno dopo giorno pur di fronte al silenzio sin qui opposto da sindaco e vicesindaco: dopo la conferenza stampa della scorsa settimana, l’associazione Divini Commercianti continua a manifestare il proprio dissenso nei confronti di alcune scelte dell’amministrazione comunale di Tarquinia e, da qualche giorno, sulle vetrine di tanti negozi della città sono affissi dei volantini che elencano le problematiche denunciate dalla categoria.“Certo, il silenzio che il primo cittadino e il suo vice continuano a mostrare nei nostri confronti ci amareggia, ma non ci indebolisce. – le parole del presidente Gino Stella – Continuiamo per la nostra strada, decisi, perché quello per cui protestiamo è la nostra possibilità di lavorare, di portare avanti attività in cui abbiamo speso gran parte della nostra vita”.Più parcheggi gratuiti, limitazione all’uso dell’autoscan, una migliore promozione social della città, agevolazioni sulle tasse comunali per chi ha sofferto le difficoltà legate alla pandemia e un coordinamento per la creazione di eventi di spessore: queste le richieste avanzate sulla locandina affissa nelle attività, un punto di partenza per ritrovare un dialogo costruttivo che manca da mesi e che non potrà prescindere da altre problematiche, viabilità in primis.“A breve in una nuova conferenza stampa faremo il punto della situazione – annuncia Stella – ma se questo silenzio dovesse perdurare, nonostante l’impegno a mediare sin qui vano mostrato da parte di alcuni consiglieri, siamo pronti a una protesta in piazza come annunciato nelle settimane scorse”.

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“Ambiente: Giunta Tedesco unica a produrre atti concreti”

In questo momento, dopo un mese di assenza e di omissioni clamorose, arriva il tentativo disperato di mistificare la realtà, come spesso accade in questi casi per salvare una patente ambientalista ormai persa sull’altare del compromesso politico. In questo senso si colloca la nota maldestra degli attivisti 5 stelle che respingiamo fermamente al mittente. Soltanto questa amministrazione ha prodotto atti concreti che hanno contribuito a fermare la riattivazione del quarto gruppo a gas di torre sud e la piscicoltura con le osservazioni alla subconcessione demaniale procedimento in cui vi è il parere favorevole determinante dell’area via della ragione lazio, cosi come vi è parere favorevole della regione lazio per la via del progetto di riconversione a gas della centrale di tvn e per il biodogestore. L’assessore alla fantomatica transizione ecologica dopo una serie di slogan ha invece trovato il tempo di scrivere al comune soltanto per rappresentare l’opportunità di garantire ad arpa lazio il lauto contratto di €500.000,00 finanziato da enel nell’ambito della convenzione per le centraline sulla qualità dell’aria che continuano come sempre a dichiarare che va tutto bene e non c’è da preoccuparsi di nulla. È il momento di assumere le responsabilità politiche gravi che appartengono al movimento 5 stelle che sul tema delle rinnovabili farebbe meglio a tacere dopo l’abbuono di 300 milioni di euro sul parco eolico cui era onerata Enel per convenzione. Cio’ affinché i cittadini possano realmente comprendere chi li ha tutelati e cerca di tutelarli e chi invece voltandosi dall’altra parte cerca solo poltrone. I consiglieri Mirko Mecozzi, Barbara La Rosa, Roberta Morbidelli Il coordinatore Lista Tedesco Mirko Cerrone

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Destinazione Ucraina: partito il primo carico

Partito questa mattina da Piazza Civitavecchia il primo convoglio dei mezzi dei volontari della protezione civile carichi di beni alimentari e di prima necessità e di farmaci diretti in Ucraina. “Vorrei ringraziare tutti i volontari della Misericordia e del Nucleo Sommozzatori per il grande lavoro svolto in questi ultimi giorni per catalogare inscatolare e caricare sui furgoni l’ingente quantitativo di merce, derrate alimentari, detergenti, indumenti coperte e farmaci e parafarmaci, che sono stati depositati presso il centro di raccolta ospitato nella sede comunale di Via Cicerone. Allo stesso tempo vorrei rivolgere un   sentito ringraziamento anche ai tantissimi cittadini che anche in questa drammatica evenienza non ha fatto mancare il loro aiuto dimostrando grande solidarietà nei confronti di un popolo oggi sotto l’assedio della guerra”, commenta Pietro Tidei. “Da quando è divampato il conflitto tra Russia e Ucraina anche questa amministrazione grazie al costante impegno dell’assessore ai servizi sociali Pierluigi D’Emilio si è mobilitato per promuovere iniziative di solidarietà e accoglienza dei profughi. Stanno già arrivando le prime manifestazioni da parte di privati cittadini e istituti religiosi, come nel caso delle suore di Santa Teresa del Gesù Bambino, che si sono rese disponibili a ospitare donne e bambini fuggiti dall’ orrore della guerra. Seguiteremo, anche di concerto con le forze dell’ordine, a monitorare l’arrivo in città di altri profughi ucraini nella speranza che questa emergenza che mai avremmo voluto fronteggiare possa risolversi in tempi brevi”, conclude il sindaco di Santa Marinella.

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Megadigestore, pressing sulla Regione

Continua a far discutere il megadigestore e in particolare si registrano altre prese di posizione dopo il consiglio comunale di giovedì. La maggioranza che sostiene il sindaco Ernesto Tedesco, in particolare, conferma di voler lavorare in un clima di unità politica, nonostante le chiare responsabilità a livello regionale della coalizione Pd-Movimento 5 stelle. “Il Consiglio comunale aperto sul progetto di Megadigestore a Civitavecchia ha raggiunto almeno in parte l’obiettivo che si prefissava: accertare le responsabilità per proseguire con maggiore chiarezza la battaglia contro un progetto scellerato e che va rigettato. Battaglia nella quale, abbiamo appreso, il territorio sarà unito. Benissimo. Ma, se un marziano distratto con la sua navicella fosse atterrato all’aula Pucci, forse avrebbe avuto difficoltà a individuare le responsabilità. Prima di iniziare la battaglia unitaria, allora, è il caso di ribadire alcuni concetti semplici e fattuali. Non ci sono dubbi sul fatto che la responsabilità politica di non aver fermato prima questo progetto sia della maggioranza Pd-M5s che governa la Regione Lazio, che poi in consiglio comunale a Civitavecchia è l’opposizione. Sono peraltro le stesse responsabilità politiche formali e sostanziali che si ripetono nel caso del parere positivo alla commissione Via sul progetto a gas a Torre Valdaliga Nord. E se è vero (ma non lo è) che la politica non governa questi processi, allora il presidente Zingaretti e qualche suo assessore avevano poco da pavoneggiarsi nell’annunciare la notizia, smentita dai documenti, dell’abbandono dello stesso progetto a gas.Ora che i campi sono chiari, che il punto fermo lo abbiamo messo, cercheremo la soluzione: ad esempio l’annullamento in autotutela degli atti chiesto dal sindaco Tedesco. Ma chi è stato fino ad ora parte del problema, magari a 9000 euro al mese, eviti di farci lezioni”, si conclude la nota di maggioranza. A sinistra invece si registra la polemica politica tra Civitavecchia Bene Comune, cartello di sigle ambientaliste, e Pietro e Marietta Tidei. Se infatti le associazioni considerano “proposte concrete” quelle dei consiglieri regionali Porrello e De Paolis ed “interessante ed estremamente efficace l’intervento dell’ex assessore Roscioni”, vi sono anche giudizi negativi. “Ci riferiamo in particolare alla posizione espressa dal sindaco di Santa Marinella e della consigliera regionale Marietta Tidei secondo i quali, il problema del progetto di Ambyenta Lazio è solo una questione di tonnellaggio. La questione è molto più complessa ed il tentativo di strumentalizzare la volontà popolare espressa dalle piazze portando all’attenzione dell’annunciato consiglio comunale allargato una delibera in cui si propone un biodigestore ridimensionato è da condannare e respingere fin da subito. Lo ribadiamo per l’ennesima volta e a scanso di equivoci: la produzione di biogas attraverso il trattamento dei rifiuti umidi produce inquinamento, non conclude con modalità virtuose il ciclo dei rifiuti e non rientra nel concetto (e nelle norme) dell’economia circolare.  E questo a prescindere dalle ambizioni personali di qualche imprenditore prestanome o delle ricostruzioni strampalate di qualche fan locale della monnezza. Tra l’altro, vorremmo far notare a chi sostiene che con queste modalità si chiude definitivamente il ciclo dei rifiuti, che, oltre al biometano, questi impianti producono scarti inquinanti (il digestato) estremamente pericolosi e difficili da smaltire. La soluzione proposta in questi giorni dai cittadini, ovvero un piccolo impianto di compostaggio aerobico modulato sulle esigenze del comprensorio, è l’unica possibile per chiudere in modo virtuoso il ciclo dei rifiuti e l’unica che possa essere inserita nel contesto di una città che traguarda concretamente ad una reale transizione ecologica. Auspichiamo che la politica comprenda che fare di Civitavecchia, da sempre vessata da impianti industriali altamente inquinanti, una città polo del buon vivere e del buon lavoro sia un processo a 360° che deve necessariamente escludere ogni futuro insediamento industriale che non sia realmente green”, di conclude la nota di Civitavecchia Bene Comune.

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Megadigestore, il Sindaco: “La Regione annulli gli atti in autotutela”

“Oggi stesso ho dato seguito all’impegno preso durante il Consiglio comunale aperto di ieri sul megadigestore. È quindi partita una lettera alla volta della Regione con osservazioni tardive, mantenendo comunque le mie riserve già espresse durante i lavori circa l’utilità dell’iniziativa”. Questo quanto dichiara il Sindaco di Civitavecchia, Ernesto Tedesco.  Aggiunge poi il primo cittadino. “Il giorno dopo questo importante momento di confronto, mi corre l’obbligo di notare l’assoluta assenza di assessori regionali, nonostante l’espresso invito e la possibilità di partecipare in remoto. Lo ritengo un modo poco corretto di rapportarsi alla città e un grave atto di scortesia. Mi fermo qui, riscontrando invece la presenza dei tre consiglieri regionali del territorio e della loro collega Francesca De Vito”. “Ritengo comunque che si debba mettere in pratica un’altra iniziativa per bloccare l’impianto, laddove io come Sindaco e tutta la conferenza dei capigruppo abbiamo potuto recepire le situazioni sopraggiunte: sia l’inserimento della tutela dell’ambiente in Costituzione che il decreto legge 16/2022 sul superamento ai limiti alle emissioni inquinanti dovrebbero essere essi stessi sufficienti affinché la Regione proceda in via di autotutela all’annullamento degli atti sul megadigestore”, propone ufficialmente Tedesco. “L’auspicio è comunque che la Regione Lazio sia più chiara con la città e con il territorio: ricordiamo infatti che il parere regionale alla Commissione Via era arrivato anche sul progetto per la centrale a gas di Enel”, conclude il Sindaco.

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Digestore, De Vito: “La maggioranza ora cambi posizione”

“Il Consiglio comunale di Civitavecchia, aperto a tutti i cittadini oltre che ai rappresentanti politici, ha evidenziato ancora una volta come il procedimento amministrativo avviato per la realizzazione di un biodigestore sovradimensionato, rispetto alle reali necessità dei territori, non abbia minimamente preso in considerazione le istanze delle rappresentanze locali. Mi lascia perplessa il fatto che nell’iter si sia considerato irrilevante il parere dell’Azienda Sanitaria Locale e ancor più quello dei Sindaci, che tutti sappiamo essere i primi responsabili della salute dei propri concittadini. Soprattutto mi chiedo come si possano lasciar proseguire quei procedimenti che non tengano conto di tutto questo. Voglio ringraziare i rappresentanti delle amministrazioni locali e coloro che sono scesi in piazza la scorsa settimana. Solo con il loro supporto e quello delle associazioni, possiamo aspirare ad avere una politica più forte, che non si pieghi a chissà quali interessi. Mi fa piacere che molti miei colleghi, trasversalmente, abbiano ribadito il loro proposito di continuare questa battaglia in tutte le sedi opportune e mi auguro che la maggioranza in Regione, che verrà interpellata quanto prima con un ulteriore atto, possa dare compatta un indirizzo politico diverso rispetto a quanto fatto dagli uffici. Differentemente, ogni consigliere, prima ancora che si arrivi in campagna elettorale, dovrà fare le dovute valutazioni in merito al fallimento di un piano rifiuti che non ha posto adeguati limiti e tutele. Mi aspetto che tutti continuino con il sostegno dichiarato, anche nella direzione di un eventuale ricorso, realizzando che diversamente, nell’usare gli eventi per meri scopi elettorali, si tradiscono i territori e si tradisce l’essenza più nobile del dedicarsi alla politica”. Così la consigliera regionale del Lazio Francesca De Vito, in forza al gruppo misto. 

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“Centro per l’impiego, la pazienza è finita”

“Questa mattina ho depositato a mia firma una interrogazione scritta all’Assessore al Lavoro e nuovi diritti, Formazione, Scuola, Politiche per la ricostruzione, Personale, Dr Claudio di Berardino, per conoscere quali azioni ha intrapreso la Regione per assicurare la riapertura del Centro per l’impiego a Civitavecchia tenuto conto dell’iter amministrativo avviato dal comune stesso. Allo stesso tempo ho richiesto informazioni per sapere, a seguito delle eventuali inadempienze del Comune di Civitavecchia, se la Regione non intenda procedere autonomamente all’individuazione dei locali da destinare a Centro per l’Impiego sul territorio di Civitavecchia al fine di ripristinare al più presto il servizio per l’intero bacino che comprende più comuni. Si tratta infatti di una situazione non più rinviabile, considerato che tale Centro è stato chiuso ben tre anni fa, lasciando di fatto sguarnito un servizio essenziale per l’incontro tra domanda e offerta di lavoro, in particolare in un territorio come Civitavecchia e il suo comprensorio che rappresentano uno dei più significativi distretti di sviluppo economico ed occupazionale dell’intera Regione, di cui i temi dell’occupazione e tutte le attività ad essi collegate costituiscono un asse portante. Il trasferimento temporaneo della sede a Tarquinia, considerato l’elevato lasso di tempo trascorso (dal 2019) e la distanza dal suo reale bacino di riferimento che oltre a Civitavecchia racchiude anche i Comuni di Allumiere, Tolfa e Santa Marinella ha finito per configurarsi come la stabile sottrazione di un servizio essenziale dal suo territorio di appartenenza per una collocazione che non si presenta, tra l’altro, atta a garantire il dovuto conforto per la sommatoria dei due diversi bacini di utenza, oltre che per l’aggravio di spese e disagio per l’utenza. Il Comune di Civitavecchia, a cui la Regione aveva affidato l’incarico di individuare i locali, dopo una serie di procedure che si sono accavallate per decine di mesi aveva annunciato, a giugno del 2021, di aver trovato spazi idonei. Ad oggi non solo non si hanno più notizie in merito all’iter amministrativo avviato ma, soprattutto, non si hanno indicazioni circa la tempistica entro la quale poter assicurare la riapertura del Centro a Civitavecchia. Ritengo che non sia più possibile aspettare oltre e che il Comune debba assumersi le sue responsabilità, altrimenti la Regione dovrà risolvere direttamente questa grave situazione. I cittadini di Civitavecchia e dei Comuni del comprensorio devono riavere al più presto un servizio indispensabile per il territorio, soprattutto in un momento delicato come questo dal punto di vista dell’occupazione”. Lo dichiara, in una nota, la consigliera regionale di Italia Viva Marietta Tidei. 

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C’è la guerra, più carbone per tutti

Meno limiti alle emissioni per le centrali a carbone. È quanto prevede il decreto legge approvato dal governo Draghi a causa della crisi energetica legata al conflitto in Ucraina. Una notizia che ha chiaramente avuto un impatto emotivo forte su una città già toccata, nelle settimane passate, dalle notizie del parere favorevole al megadigestore di rifiuti romani da 125mila tonnellate annue. Più carbone per tutti sembra insomma il sinistro slogan che suona, seguito alla parentesi considerata positiva dell’abbandono del progetto a gas da parte di Enel. Chiaramente, cominciano a delinearsi più posizioni. Ad esempio ecco quella di Civitavecchia Bene Comune, il cartello delle associazioni ambientaliste:  “Se ce ne fosse ancora bisogno, questi giorni drammatici, ci stanno dimostrando quanto sia stata e quanto sia tutt’ora irresponsabile la scelta di dipendere dalle fonti fossili per il fabbisogno energetico nazionale. Così vogliono procrastinare l’uso del carbone almeno sino alla prossima crisi geopolitica. Sono anni che stiamo indicando la strada delle rinnovabili come l’offshore eolico che presto approderà sui tavoli del MITE. Ma non basta, dovremo sviluppare il fotovoltaico con le Comunità energetiche, prossimo nostro obiettivo. Civitavecchia dovrà diventare un polo di produzione di energie rinnovabili. È stata una lunga e incerta battaglia quella contro la costruzione di una nuova centrale elettrica a TVN alimentata a gas, ma alla fine siamo riusciti a mettere il primo mattone del futuro che verrà, libero dai fossili. La dichiarazione di Enel che dice di aver “ascoltato il territorio“ ce la godiamo e ne facciamo il vanto di un intero territorio. Enel ha ascoltato perché il territorio si è fatto sentire ed ha parlato unito con una sola voce, quella che va dalle associazioni ambientaliste alle forze sindacali, dai partiti e dai lavoratori alle istituzioni locali, dalle comunità religiose ai comuni cittadini. Come realtà ambientaliste locali abbiamo proposto i progetti alternativi e green elaborati da validi scienziati: l’offshore eolico, l’ambientalizzazione del porto, il progetto ZEPHYRO che è stato apprezzato in Europa e la produzione di idrogeno verde. E come realtà ambientaliste stiamo spingendo ora per un piccolo impianto di compostaggio aerobico ad esclusivo servizio del comprensorio. Così pensiamo che il successo contro l’incubo del biodigestore richieda necessariamente l’unità di tutto il territorio come è stato fino ad adesso. I signori della guerra ci vogliono riportare indietro all’età della pietra e del carbone. Soffiano sui venti di guerra per investire ancora sul carbone anziché sulle rinnovabili. Ma il futuro è un altro e faremo del tutto per non farcelo sfuggire. Il sole, il vento e il mare non sono di nessuno e sono a disposizione di tutti.” Per parte sindacale, la Fion-Cgil si è fatta viva con un comunicato. “Il notevole aumento del costo del gas ha già avuto come effetto una maggiore attività di Torrevaldaliga nord ed a questo potrebbero aggiungersi gli effetti delle decisioni per il fabbisogno energetico annunciate dal Governo a causa del conflitto in corso. Ma una Centrale avviata verso il declino e con riduzioni di attività già programmate come può far fronte alle nuove esigenze? Come si sta organizzando Enel? Affinchè le nuove necessità non mettano a rischio la sicurezza e la salute dei lavoratori chiediamo con urgenza controlli e interventi straordinari di manutenzione degli impianti.Dopo la presentazione dell’offshore al Ministero della Transizione Ecologica, il cambio di rotta sul gas è la seconda tappa del percorso verso una riconversione industriale rispettosa sia dei lavoratori che dell’ambiente: decarbonizzare TVN con rinnovabili e impianti di accumulo sarebbe coerente con questi valori. Le recenti dichiarazioni generali dell’AD Starace, al pari di quelle destinate a Civitavecchia con cui Enel ha accettato il percorso condiviso, sono novità positive per le quali abbiamo già chiesto uno specifico incontro. Adesso bisogna passare dalle parole ai fatti e magari anche lavorare allo scopo di creare le condizioni per intrecciare questo percorso con quello dell’eolico offshore. Il Ministero calendarizzi velocemente gli incontri, necessari anche per chiarire il ruolo del Governo che deve assumersi la responsabilità di guidare il processo”.

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