Dicembre 22, 2024
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“Pd e M5s, molto rumore e poi il nulla”

Non basta un comunicato a guadagnare “l’assoluzione”. E’ il sunto del comunicato a firma Lista Tedesco, che i consiglieri Mirko Mecozzi, Barbara La Rosa e Roberta Morbidelli hanno inviato sul tema roventissimo del momento: il biodigestore. E si capisce fin dalle prime righe a chi siano rivolti gli strali. “Leggiamo con rammarico  ma non troppo stupore le dichiarazioni del Segretario comunale PD Alessi e del pentastellato Vicepresidente del Consiglio regionale del Lazio Porrello. Alessi da una parte rivendica con forza ed orgoglio l’inconsistenza politico–amministrativa del suo partito, Porrello dall’altra nasconde un plateale insuccesso dietro una “pesante  perplessità”. Uno scaricabarile grottesco che certifica fin troppo bene il fallimento dei due partiti a tutti i livelli”. Di qui un fuoco di fila di domande che la Lista Tedesco pone agli interlocutori politici: “Come si sono opposti? Forti della loro nutrita rappresentanza, come hanno ostacolato il funereo parere? Quali atti concreti hanno prodotto nel difendere i territori che sono stati chiamati a rappresentare?”. Di qui le conclusioni di Mecozzi, La Rosa e Morbidelli: “Il Sindaco Tedesco e l’Assessore Magliani hanno strenuamente ostacolato le  mire espansionistiche regionali, ottenendo dai nostri prodi una tardiva e sterile approvazione. Abbiamo dovuto sorbirci anni di forbiti pistolotti infarciti di moralismi ed ideologie ambiental-talebane, ed ora? Di fronte alla possibilità di incidere realmente sul futuro ambientale della nostra città, si sciolgono come neve al sole. Civitavecchia ha già pagato un prezzo altissimo in termine di vite, non possiamo permettere altre violenze. Il richiamo a manifestare dopo non essere riusciti (pur potendo) a fare nulla è francamente stucchevole, si dimettano in blocco e da semplici cittadini si accomodino cortesemente in coda!”.

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“Avvieremo verifiche per ritirare la procedura”

“Il progetto di un biodigestore a Civitavecchia approvato in queste ore in Conferenza dei servizi è il frutto di un iter ormai obsoleto sia rispetto alle più recenti indicazioni normative già in essere, come il Piano regionale rifiuti, sia rispetto alla Strategia Regionale di Sviluppo Sostenibile adottata dalla Regione Lazio a marzo 2021 sia secondo le nuove linee guida in elaborazione in fatto di transizione ecologica. Per questo ho avviato una serie di verifiche presso gli uffici regionali e programmato un confronto con le strutture competenti, per poter individuare un percorso normativo e giuridico solido per ritirare le procedure autorizzative dei grandi impianti a biogas presentate nella nostra Regione”. Così Roberta Lombardi, assessore alla Transizione Ecologica e Trasformazione Digitale della Regione Lazio, ha rotto il silenzio sul megaimpianto autorizzato anche attraverso il silenzio assenso di alcune direzioni regionali che fanno capo al suo stesso incarico. “Il biodigestore in questione, in base ad alcune stime, ha una capacità di 120mila tonnellate annue di biomassa da trattare in un territorio, come quello di Civitavecchia, che ha invece un fabbisogno di 7mila tonnellate annue. Di gran lunga inferiore rispetto alla capacità dell’impianto in esame! Un calcolo che è stato fatto considerando il più ampio contesto provinciale. Quindi il progetto del biodigestore a Civitavecchia, pur essendo formalmente in accordo con quanto previsto dal Piano Regionale Rifiuti, che nel definire gli Ambiti Territoriali Ottimali (Ato), prevede che ogni provincia debba dotarsi di impianti proporzionali al proprio reale fabbisogno, in realtà non può essere analizzato singolarmente ma deve essere osservato dalla ben più ampia prospettiva regionale”.“Da una prima ricognizione, infatti, attualmente al vaglio della Regione ci sono richieste di autorizzazione che complessivamente corrispondono a 10 volte il reale fabbisogno di tutto il Lazio. Uno scenario che comporterebbe il bisogno di ‘andare a caccia’ di rifiuti fuori dai confini regionali per far funzionare un’impiantistica così sovradimensionata, provocando un ulteriore impatto ambientale legato ai trasporti per la movimentazione dei rifiuti, oltre che una serie di vertenze con le comunità locali davanti all’ennesima scelta calata dall’alto”. “Non è questa la visione in termini di economia circolare che come Regione Lazio abbiamo sposato per poter promuovere una gestione dei rifiuti più sostenibile, in grado di tutelare ambiente e territori. L’orizzonte virtuoso prevede che i rifiuti siano trattati all’interno del proprio ambito geografico, per ridurne l’impatto ambientale, ma attraverso piccoli impianti diffusi al servizio diretto delle comunità di riferimento”. “Un progetto quello del biodigestore di Civitavecchia che cade in un territorio che ha già scontato tanto dal punto di vista dell’impatto su ambiente e salute e verso il quale, proprio per questo, come Assessorato alla Transizione Ecologica abbiamo un’attenzione vigile, anche attraverso una serie di progetti e provvedimenti specifici, come il Piano per la transizione ecologica di Civitavecchia che verrà presentato ed offerto alla consultazione pubblica tra qualche settimana”. “L’ho sempre detto e lo ribadisco: la #TransizioneEcologica deve partire dai territori, assieme ai territori”, conclude Lombardi.

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Tedesco: “Pronti a combattere coi ricorsi e con la piazza”

Il ricorso e la mobilitazione. Non si risparmierà il sindaco Tedesco per opporsi alla decisione della Regione Lazio di dare il via al megadigestore a Monna Felicita. Nel corso di una vibrante conferenza stampa il primo cittadino, attorniato da esponenti della sua maggioranza, ha spiegato come intende reagire a una decisione che “ci lascia arrabbiati, anche perché ci siamo trovati da soli, insieme alle associazioni ambientaliste, a combattere questa battaglia. Purtroppo le parole non si sono tradotte in fatti”, ha scandito Tedesco, evidentemente riferendosi ai consiglieri regionali il cui ruolo è stato impalpabile. “Da loro ci aspettiamo che almeno in futuro cose del genere non debbano più accadere. Ma la mano ci andava data prima”, risponde il sindaco a chi gli fa presente della disponibilità delle forze politiche locale di opposizione. “Comunque continueremo la battaglia. Innanzitutto con un ricorso al Tar, non appena avremo in mano l’atto amministrativo che concluderà il procedimento ne discuteremo sia con la Soprintendenza che con i comitati”.E poi ci sarà la manifestazione. “Ci siamo già sentiti con alcuni sindaci, in particolare con Pasquini di Allumiere. Non possiamo continuare a subire questa situazione, con Roma che spedisce i suoi rifiuti ai confini dell’impero. Dobbiamo mostrare la netta contrarietà della popolazione”.

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Biodigestore: le reazioni di sindacati e comitati

Cgil “Apprendiamo con stupore dell’approvazione in conferenza dei servizi del progetto di realizzazione di un biodigestore in località Monna Felicita nel comune di Civitavecchia. A quanto risulta, l’approvazione arriva nonostante il parere contrario sia del comune di Civitavecchia che dei comuni limitrofi, ma soprattutto nonostante il parere della Asl che ha ben evidenziato l’inopportunità di esporre ad ulteriori fattori inquinanti il territorio e cittadini”. Così in un comunicato la Cgil di Roma e del Lazio e la Cgil di Roma nord Civitavecchia Viterbo. “L’impianto in questione, con capacità pari a 120000 stride con le indicazioni contenute nel Piano Regionale Rifiuti, che nel definire gli ATO, prevede che ogni territorio debba realizzare impiantistica proporzionale al fabbisogno. Nella fattispecie, il Comune di Civitavecchia ha, in tal senso, un fabbisogno pari a 7000 tonnellate annue, mentre la capacità autorizzata risulta quindi totalmente sproporzionata. Siamo certi che non sfugga a nessuno quanto quel territorio abbia dato in termini di servitù al Paese ed è bene ricordare che la discarica locare è andata ad esaurimento per il surplus di rifiuti derivati dalla emergenza Capitolina. Aggiungere un impianto di quella portata, sarebbe un colpo di grazia al territorio alla vigilia della Carbon exit che dovrebbe, invece, restituire vivibilità e prospettive di sviluppo diverse e green all’intero comprensorio. Attendiamo che la Regione apra immediatamente un tavolo di confronto per chiarire le motivazioni che hanno portato a tale decisione sbagliata per il territorio e che la Cgil contrasterà in ogni modo”. Simona Ricotti (Forum Ambientalista) Un mega biodigestore da 120.000 ton/a di rifiuti organici per la produzione di biogas, ma alimentato, per evitare problemi tecnici di monitoraggio, con gas fossile. Questo è quanto ci regala la Conferenza Servizi tenutasi oggi in Regione Lazio. Ignorata le dichiarazioni magistralmente esposte avverso tale realizzazione dalla Soprintendenza; ignorate il parere negativo della ASL basato sul “fine unico di tutelare la salute pubblica”; ignorato il parere del Comune che a tal fine aveva pure approvato una variante, ma soprattutto ignorato il divieto di attivazione ai sensi del Dlgs 1265/1934 espresso dal Sindaco Tedesco.Vale evidenziare che, come stabilito dall’art 29 quater c.6 del Dlgs.152/2006, detto divieto è obbligatorio e vincolante, ed in quanto tale non può essere messo in discussione, ma solo acquisito agli atti. Il Responsabile del Procedimento, Dr. Rocchi, ha invece ritenuto di dover ritenere prevalente il Parere Unico Regionale, reso, peraltro, in assenza, come riportato nello stesso parere, di importanti pronunciamenti quale quello dell’Area Rifiuti e dell’ Area Qualità dell’Ambiente.Non solo un offesa ad una città già fortemente sofferente sul piano sanitario, ma un vero e proprio abuso amministrativo che, ovviamente, sarà fatto rilevare nelle dovute sedi amministrative e giudiziarie, unitamene alle istituzioni e alle altre realtà territoriali che vorranno agire per fermare questaulteriore e pesante. E se le posizioni di Consiglieri e Partiti della maggioranza regionale, oggi tutti sulla stampa per dichiarare la propria contrarietà ed indignazione, sono reali, ci aspettiamo che si attivino affinchè la Regione, non appena verrà emesso il provvedimento autorizzatorio, proceda in autotutela all’annullamento dello stesso.E non ci si dica che dipende dalla parte tecnico amministrativa, altrimenti saremo costretti a domandarci perché dovremo eleggerli di nuovo se, in barba alle normative e ai piani di programmazione, chi decide del futuro dei territori sono grigi funzionari sordi alle istanze provenienti da chi quei territori li vive, li abita e li amministra. Fare Verde Anche l’associazione ambientalista “Fare Verde Civitavecchia” è contro il parere favorevole espresso dalla Regione Lazio, nell’ambito della conferenza dei servizi, riguardante il progetto di realizzazione di un Biodigestore che la Ambyenta Lazio vorrebbe realizzare a Civitavecchia in località Monna Felicita, nonostante i pareri negativi delle amministrazioni comunali di Civitavecchia e dei comuni limitrofi, della sovrintendenza, del Dipartimento di Epidemiologia del Servizio Sanitario Regionale della Regione Lazio e della ASL del territorio. Da sottolineare, che è una decisione assolutamente ingiustificata e incomprensibile, che  impatta in maniera negativa su un comprensorio già compromesso sotto l’aspetto ambientale e la costruzione dell’impianto, previsto per la trattazione di 120.000 tonnellate di rifiuti organici annui, è chiaramente superiore al fabbisogno  del territorio. Fare Verde Civitavecchia apprezza la determinazione del sindaco Tedesco nell’impugnare la decisione, rimarca l’ambiguo comportamento dell’amministrazione Zingaretti e dei suoi componenti nell’affrontare le problematiche ambientali del territorio che, a parole lo difendono e nella realtà fanno il contrario, partecipa a qualsiasi mobilitazione  al fine di impedire questa prevaricazione. Comitato SOLE Si è chiusa oggi, con esito favorevole per i proponenti, ma non certo per la città, la Conferenza dei Servizi sul mega biodigestore da 120.000 ton/a di rifiuti organici, che la Ambyenta Lazio spa vorrebbe realizzare a Civitavecchia. Una conclusione indecente e inaccettabile, risultato di un procedimento anomalo nei tempi e nei modi, che ha ignorato, anche in deroga alla normativa vigente, ogni parere contrario espresso dai Comuni del comprensorio, dalla Sovrintendenza, dalla Asl RM4 che ha argomentato il proprio diniego con i risultati allarmanti delle patologie registrate dallo studio dell’Osservatorio epidemiologico regionale, dal Comune di Civitavecchia che ha posto vincoli urbanistici e, infine, cosa ancor più grave,  dallo stesso Sindaco, intervenuto personalmente per porre il divieto di attivazione dell’impianto ai sensi del RD 1265/1934. Un procedimento e una conclusione che è difficile definire anche solo assurda e che rasenta l’illegittimità: pareri degli uffici regionali  competenti per aspetti fondamentali della tematica quali la Gestione dei Rifiuti e la Valutazione Ambientale non pervenuti, altri pareri e documentazione inviati all’ultimo minuto, decisione finale assunta dal Responsabile del Procedimento senza motivazioni e soprattutto senza tener conto dell’obbligatoria acquisizione, come invece prescritto dall’art 29 quater c.6 del Dlgs.152/2006, del divieto di attivazione del Sindaco. Nessuna programmazione del ciclo dei rifiuti secondo gli interessi pubblici previsti nel Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti, ma solo adesione all’assalto dei privati nell’ “affare monnezza”. In altre parole diritti costituzionalmente garantiti quali la salute, il paesaggio, la tutela del territorio, arrogantemente spianati agli interessi economici di un privato, con la complicità degli uffici regionali. Il tutto in un silenzio assordante dell’Amministrazione Regionale, oltreché della Città metropolitana, degli assessori competenti, del presidente Zingaretti. È loro la grave responsabilità di non aver fornito indirizzi

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Biodigestore: le reazioni dei partiti

Lega Civitavecchia La Regione Lazio in fretta e furia chiude la conferenza dei servizi sul megadigestore di rifiuti a Monna Felicita. E usando una battuta, potremmo dire che la chiude con un parere unico: cioè l’unico parere positivo in mezzo a tanti contrari (delle autorità sanitarie, dei Comuni territorio, dei Comitati, della Sovrintendenza  Archeologica). Bene ha fatto il sindaco Ernesto Tedesco a battersi come un leone per difendere la città da questa vera e propria aggressione ambientale, purtroppo non la prima che giunge dalla Regione. Nonostante il territorio sia unito su questa battaglia per la salute, appare chiara la responsabilità politica di chi governa la Regione Lazio in quello che è avvenuto. Il sindaco, impugnando la decisione in base al regio decreto 1265 bene ha fatto e la Lega lo sosterrà fino in fondo, come sarà al fianco di qualsiasi azione, ricorso o altro per impedire questa prevaricazione. Restiamo vigili e mobilitati per sventare questo sopruso al territorio.  Movimento 5 stelle Civitavecchia Nonostante il pesante parere contrario della ASL, ai quali si aggiungono i pareri negativi di Sovrintendenza e Comune, gli uffici della Regione Lazio hanno ritenuto opportuno esprimere parere positivo.“Siamo pesantemente perplessi di come si possa in sede di valutazione di impatto ambientale ignorare un parere tanto netto quanto chiaro della azienda sanitaria locale – affermano il vice presidente del Consiglio Regionale Devid Porrello ed i consiglieri comunali D’Antò, Lecis e Lucernoni – gli studi epidemiologici affermano inequivocabilmente che questo territorio e la sua popolazione non possono sopportare ulteriori forme di inquinamento. Anche il Comune si è fermamente opposto presentando sia il parere negativo degli uffici sia il veto del Sindaco al fine di tutelare la salute dei cittadini. Il responsabile del procedimento, in maniera del tutto impropria, non ha neppure motivato il proprio parere nonostante i forti dissensi.Quanto successo non è accettabile e va contrastato con tutti i mezzi, se non altro per affermare un principio che dovrebbe essere universalmente riconosciuto: la salute dei cittadini deve prevalere sempre.Il procedimento a nostro avviso presenta comunque diverse zone d’ombra ed offriamo fin da subito tutto il nostro supporto all’amministrazione comunale per mettere in atto tutte le azioni necessarie per cercare di stoppare questo inopportuno progetto”. Forza Italia Civitavecchia Oggi si è almeno chiarito un dato politico una volta per tutte: Pd e Movimento 5 stelle non sono più autorizzati a dispensare lezioncine sull’ambiente a chicchessia. La Regione Lazio da loro targata, quella di Zingaretti e della transizione ecologica, ha scritto nero su bianco che intende imporre a Civitavecchia, contro il parere di Comune, autorità sanitarie e Sovrintendenza archeologica, un megaimpianto da 125mila tonnellate annue. Chiaramente Forza Italia sarà tra coloro che si opporranno a questa scelta che calpesta le più elementari aspirazioni del nostro territorio a scegliere di quale sviluppo dotarsi. Sarà nostra cura anche cercare di capire se tra le pieghe di questi investitori tanto ascoltati in Regione vi sia qualche “conoscenza” che magari potrebbe spiegarci come un maxiprogetto di questa portata possa arrivare a dama a fari spenti e nel silenzio degli amministratori regionali. Non vogliamo comunque più sentir parlare di questi imbroglioni. Forza Italia, dal canto suo, sta al fianco dei lavoratori del porto, delle maestranze di Enel dirette e indirette, ai lavoratori della itticoltura e di Port Mobility, con un occhio sempre alla tutela del territorio, nel rispetto dei posti del lavoro e coniugandolo con uno sviluppo sostenibile. Senza fare chiacchiere, né incensandosi con belle parole sull’ambiente per poi far firmare ai nostri compagni di viaggio politici queste schifezze. Ma la città adesso, c’è da esserne certi, ha davanti agli occhi la realtà per quella che è.  Fratelli d’Italia circolo “Almirante” Fratelli d’Italia ribadisce la propria contrarietà al progetto di realizzare un mega-biodigestore a Civitavecchia, ennesima servitù ambientale che la sinistra, che malgoverna la Regione Lazio da molti, troppi anni, vorrebbe imporre sul nostro già martoriato territorio.Il parere favorevole che la Regione Lazio ha espresso per questo progetto, bocciato per ragioni sanitarie ed ambientali dagli altri enti che partecipano alla conferenza dei servizi (Asl in testa) rappresenta l’ennesimo tentativo di Zingaretti e della sua giunta, completamente incapace di gestire il problema rifiuti così come le problematiche ambientali in generale, di trasformare Civitavecchia nella discarica di Roma!Questo è inaccettabile e Fratelli d’Italia è pronta alla mobilitazione, con i propri militanti e simpatizzanti ma anche con i dirigenti locali, i consiglieri comunali, i consiglieri regionali ed i parlamentari, per difendere Civitavecchia ed il comprensorio da questo scempio!Ancora una volta le forze di sinistra che sostengono la giunta Zingaretti, Partito Democratico e Movimento 5 Stelle in primis, dimostrano di predicare bene e razzolare molto male: pronti ad impartire lezioni di ambientalismo salvo poi dimostrare, con i propri rappresentanti nelle istituzioni, di mettere in pratica politiche che non si fanno scrupoli di aggravare ulteriormente le condizioni di salubrità ambientale del nostro territorio: siamo certi che la cittadinanza di Civitavecchia e del comprensorio sapranno reagire a questo ennesimo attacco con la giusta e doverosa mobilitazione e, quando fra circa un anno sarà chiamata a votare per rinnovare il Presidente ed il consiglio regionale del Lazio, sceglierà il vero cambiamento, mandando a casa la fallimentare giunta di centrosinistra guidata da Zingaretti.

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Biodigestore: parlano i consiglieri regionali

Gino De Paolis, consigliere regionale Zingaretti “Il parere positivo espresso dalla Conferenza dei Servizi riunita in merito all’autorizzazione di un impianto di produzione di biometano a Civitavecchia, in località Monna Felicita è una decisione incomprensibile e irricevibile, che va esattamente nella direzione opposta non solo al già importante parere espresso da Asl, Sovrintendenza e Comune di Civitavecchia, ma anche, e direi soprattutto, alla linea marcata dal Piano dei rifiuti della stessa regione, che parla esplicitamente di principio di prossimità e di autosufficienza dei territori nella gestione dei rifiuti. Un parere, quello degli uffici regionali, che smentisce l’operato di anni. Un impianto come quello che si intende costruire è enormemente superiore al fabbisogno del territorio è quindi ingiustificato e dannoso. Personalmente esprimo vicinanza e disponibilità all’amministrazione comunale di Civitavecchia, per tutelare un quadrante già da anni sottoposto ad una pressione inaccettabile in termini di salute pubblica e di compatibilità ambientale. Non è concepibile accettare manovre che danno la sensazione di un sopruso. Questo progetto va fermato con ogni azione necessaria”. Così in un comunicato Gino De Paolis, consigliere regionale della Lista Civica Zingaretti. Daniele Giannini, consigliere regionale Lega “Prosegue l’atteggiamento arrogante da parte della Regione Lazio che sul fronte rifiuti ignora qualsiasi parere sanitario, ambientalistico, archeologico e sociale e va dritta per la sua strada imponendo scelte unilaterali senza rispetto per i territori. E’ il caso del biodigestore di Civitavecchia, approvato in conferenza dei servizi nonostante tutti i no da parte di Asl Roma 4, Soprintendenza, sindaci, comuni e associazioni di cittadini”. Così in una nota il consigliere regionale della Lega, Daniele Giannini, membro della commissione Sanità. “Bene ha fatto il sindaco Tedesco, che si è appellato anche al regio decreto, a far mettere a verbale tutta l’assoluta contrarietà dell’amministrazione a una scelta che, se verrà confermata, porterà nell’impianto di trattamento civitavecchiese 120mila tonnellate di rifiuti, pari a 20 volte l’equivalente della sua produzione di immondizia, con un traffico di decine di tir al giorno. E’ lampante, in ciò che è successo, la responsabilità della Regione targata Pd, che, proprio come sta accadendo a Magliano Romano, va avanti come un treno contro ogni logica se non quella di natura economica. Gli studi epidemiologici dimostrano inequivocabilmente che la popolazione di Civitavecchia e dintorni, che ha già dato in termini di sopportazione ambientale, non può sostenere ulteriori forme di inquinamento. Dove sono finiti i tanto osannati principi di prossimità e autosufficienza inseriti nel Piano Rifiuti della Regione Lazio, visto che è bastato un sinistro colpo di spugna in conferenza dei servizi per cancellare ogni passo avanti sul buonsenso? Alla vigilia della ‘carbon exit’ in tutta Europa- conclude Giannini- si rischia di trasformare questo territorio in una pattumiera. E questo decisamente non lo possiamo permettere”.

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“I consiglieri regionali fermino il biodigestore”

Riceviamo e pubblichiamo: “Non passa certamente inosservata l’assenza, a nostro avviso strategica, del responsabile unico della Regione Lazio alla conferenza dei servizi svoltasi a Roma. Domani 28 gennaio riprenderanno i lavori che in prima battuta hanno prodotto una vera e propria dichiarazione di guerra alla nostra città. Civitavecchia è destinata a subire l’ennesimo abuso, sembra impossibile ma giunge forte e chiara la notizia che la Regione Lazio abbia deciso di ospitare un biodigestore (portata pari a 120.000 t ed una discarica con portata pari a 20.000 t) proprio a Civitavecchia. La proposta risulta assolutamente ed evidentemente irricevibile! Abbiamo avuto modo di leggere lo stringato comunicato di dissenso da parte di alcuni esponenti del PD locale, tale atteggiamento risulta francamente inadeguato e debole vista la gravità delle ostentate intenzioni sovracomunali. Considerando anche la rilevante influenza regionale del Partito Democratico, del Movimento Cinque Stelle e di Italia Viva ci saremmo aspettati una levata di scudi compatta ed azioni forti ed incisive finalizzate a scongiurare la “nefasta installazione”. I consiglieri PORRELLO, TIDEI e DE PAOLIS hanno un ruolo fondamentale nel divulgare la voce dei cittadini in regione, ci saremmo aspettati da parte loro un’azione di contrasto netta, atti formali concreti. Ad oggi purtroppo nulla è giunto, difficile poter credere che anche per loro questa decisione sia piovuta dall’ alto, NON POTEVANO NON SAPERE! Il biodigestore avrebbe un impatto ambientale devastante sul già martoriato territorio. Comprendiamo l’imbarazzo degli esponenti locali dei sopraccitati partiti, di solito attenti e sensibili alle problematiche ambientali, in questa circostanza non possono limitarsi a rilasciare una timida ed inadeguata dichiarazione di contrarietà. Auspichiamo invece, come è successo in altre occasioni, che anche loro possano far squadra con la maggioranza. Invitiamo i consiglieri PORRELLO, TIDEI e DE PAOLIS a dimostrare inequivocabilmente di tenere a cuore la sorte dei territori che sono stati chiamati a rappresentare. Non rimangano inerti, non pensino alle poltrone, si adoperino affinché il loro Presidente cambi idea, passino all’opposizione, si dimettano se necessario!” Per la Lista Tedesco il Coordinatore Mirko Cerrone, i Consiglieri Mirko Mecozzi, Barbara La Rosa e Roberta Morbidelli

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Le lamine etrusche “svelate” domani in biblioteca

Iscrizioni etrusche su lamine di metallo: da Pyrgi a Marzabotto, passando per Punta della Vipera: è questo il titolo della nuova conferenza del ciclo “I giovedì dell’archeologia”, promosso da Comune e Museo nazionale di Civitavecchia. Domani dalle ore 17 Enrico Benelli, del Centro Nazionale delle Ricerche, illustrerà la diffusione delle tecniche di scrittura nel mondo etrusco. Appuntamento alla Biblioteca Comunale, info e prenotazioni allo 076623604. Obbligatori prenotazione e Green Pass rafforzato. Come si legge nella presentazione dell’incontro, “le lamine di Pyrgi sono probabilmente il testo epigrafico etrusco più noto al mondo. Molto si è detto sul loro valore come documento storico e religioso, oltre che linguistico. Questo ha portato a sottovalutare alcuni aspetti tutt’altro che secondari. Quando Thefarie Velianas fece apporre le lamine sul tempio B appena costruito, aprì la strada a una vera e propria rivoluzione nel modo di scrivere in etrusco, applicando una serie incredibile di innovazioni, sia sul piano grafico che nella forma materiale del testo epigrafico. La straordinaria efficacia di queste innovazioni, maturate in un ambiente scribale cerite legato alla famiglia dei Velianas, è testimoniata dal fatto che esse si diffusero in tutto il mondo etrusco nel giro di pochi decenni. Per circa un secolo, tutte le principali iscrizioni sacre furono realizzate su lamine di metallo, tradendo così l’impatto dei testi pyrgensi nella produzione epigrafica dell’intero mondo etrusco, sino alla lontana Marzabotto”.

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Viale Lazio: partito il cantiere

Cantiere aperto in viale Lazio. Quella che l’Assessorato ai Lavori pubblici ha messo in campo è una approfondita riqualificazione dell’arteria di collegamento tra i due popolosi quartieri di Campo dell’Oro e San Gordiano. L’area è stata oggetto di un sopralluogo del Presidente del Consiglio comunale Emanuela Mari e dell’Assessore Roberto D’Ottavio (nella foto). Quest’ultima spiega : “Lo stato di degrado della strada, una delle più importanti della città, è sotto gli occhi di tutti. E non era sfuggito neanche alla nostra Amministrazione comunale, che aveva anche avviato alcune migliorie, in attesa di un intervento più risolutivo. Quest’ultimo è quello attualmente in corso: dapprima si opererà sui marciapiedi, fortemente sconnessi, assicurando una fruizione finalmente in sicurezza da parte di pedoni e praticanti sportivi che lo utilizzano quotidianamente. La riqualificazione di viale Lazio riguarderà tuttavia anche la pavimentazione stradale, per eliminare dissesti e avvallamenti. Presto apriremo altri cantieri in altre zone della città, seguendo una precisa programmazione disposta dagli uffici”, conclude D’Ottavio.

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La centrale fa litigare Ue e Governo Draghi

C’è anche Civitavecchia al centro della battaglia sulla cosiddetta tassonomia verde in Ue. Si tratta sostanzialmente di decidere quali siano le tecnologie da utilizzare per la produzione di energia elettrica: e tra gas e nucleare, le posizioni delle 27 nazioni si stanno diversificando, in alcuni casi arrivando allo scontro ideologico. L’Italia, per conto suo, ha inviato la settimana scorsa un documento di protesta alla Commissione europea contro i requisiti per le centrali a gas presenti nella bozza della “tassonomia per la finanza sostenibile”. Con questa presa di posizione, il governo Draghi prende in particolare di mira la soglia massima dei 100 grammi di emissioni di CO2 per KWh, considerata troppo stringente. La controproposta Roma è alzarla a 340 grammi, altrimenti di mantenere (come spiega RadioCor) una media annuale di 750 chili di CO2 per KWh calcolata su un periodo di vent’anni (nella bozza di Bruxelles il valore di 550 chili). In Italia al momento sono in piedi  quarantotto progetti di centrali a gas, per una capacità complessiva installata prevista di 20mila megawatt e necessiteranno di investimenti per circa 10 miliardi di euro. Tra i più importanti ci sono quelli di Brindisi Sud Cerano, La Spezia, Monfalcone e, appunto, Civitavecchia.  Cosa c’è da aspettarsi a questo punto? Una lunga battaglia tra stati che intendono difendere i propri investimenti a gas, come nel caso dell’Italia, che preferiscono il nucleare, come la Francia, e che invece sono contrari ad entrambi, come Austria e Lussemburgo (al momento). Ma poi la battaglia si dipanerà ulteriormente, nel corso dei prossimi mesi, in Europarlamento, con ulteriori diversificazioni tra i vari gruppi parlamentari. La crisi energetica che però è alle porte, a causa del quadro geopolitico rovente (non solo in Ucraina) promette di essere una ulteriore variabile ad un quadro già estremamente complicato.

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