Novembre 21, 2024
Detenuto marocchino frattura due dita a un agente
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Detenuto marocchino frattura due dita a un agente

“Una ordinaria giornata di follia”: è con questo amaro commento che Maurizio Somma, segretario per il Lazio del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, sintetizza quel che avvenuto nelle ultime ore nella Casa circondariale di Civitavecchia. “Nella mattinata di ieri, un detenuto marocchino ha aggredito Ispettore perché pretendeva di cambiare la Sezione in cui era ristretto, come se fosse in un albergo: l’ispettore gli aveva detto che avrebbe provveduto nei prossimi giorni a spostarlo ma il detenuto, non contento della risposta ricevuta prima si è tagliato e poi ha dato fuoco alla cella,. Per ripristinare l’ordine e portarlo alla calma, l’extracomunitario lo ha aggredito e nella colluttazione si è fratturato due dita, andato al pronto soccorso cittadino la prognosi è stata di 30 giorni. Il SAPPE augura una pronta guarigione al collega e auspica che si ponga fine a questa situazione divenuta sempre più allarmante” 

Il Segretario Generale del SAPPE Donato Capece esprime “tutto il nostro sostegno al collega ferito” e stigmatizza la situazione del carcere: “sollecitiamo un intervento delle autorità competenti perché la situazione delle carceri sta diventando insostenibile. È inaccettabile che non ci siano iniziative per arginare l’ondata di violenza e sprezzo delle regole che sta travolgendo la società prima e le carceri italiane e che ogni giorno miete vittime tra le fila della Polizia Penitenziaria. Non è possibile che una persona che sceglie, per mestiere, di difendere lo Stato, ogni giorno debba essere esposta a minacce, ingiurie e violenza di ogni genere. Servono risposte ferme da parte del DAP, anche destinando carceri dismesse come l’Asinara e Pianosa per contenere quei ristretti che si rendono protagonisti di gravi eventi critici durante la detenzione”, aggiunge

“Quel che è accaduto a Civitavecchia testimonia una volta di più le quotidiane difficoltà operative con cui si confrontano quotidianamente le unità di Polizia Penitenziaria in servizio, la tensione in atto nelle carceri regionali e la strafottenza e l’arroganza di una parte di popolazione detenuta violenta che, anche in carcere, continua a delinquere, ad alterare l’ordine e la sicurezza, evidentemente certa dell’impunità!”. È fondamentale dare corso a riforme davvero strutturali nel sistema penitenziario e dell’esecuzione della pena nazionale”, conclude il leader nazionale del primo Sindacato della Polizia Penitenziaria.