Sarà lunedì il giorno in cui il governo Draghi ufficializzerà la sua decisione di mandare a pieno regime le quattro centrali termoelettriche a carbone sul territorio italiano. Tra queste, c’è chiaramente Torre Valdaliga Nord (oltre a Brindizi, Monfalcone e Fusina), per la quale si attende il phase out dal carbone al 2025, anche se i segnali che arrivano dai palazzi del potere cominciano ad essere contrastanti.
Di certo, appunto, all’orizzonte ormai imminente il decreto di Palazzo Chigi, c’è questo decreto studiato “per tagliare il traguardo dell’indipendenza energetica dalla Russia”, come spiega AdnKronos. Era stato lo stesso premier Mario Draghi, nell’informativa alle Camera del 25 febbraio scorso, a ventilare la possibilità di tornare sulla produzione a carbone per affrancarsi dal gas russo. “Si tratterebbe di uno sforzo di due anni, non più”, assicurano autorevoli fonti di governo all’agenzia di stampa.
E Civitavecchia, intanto, vede i comignoli (delle centrali, ma anche delle navi) spandere emissioni nel suo cielo.