Manca il numero legale e la seduta di consiglio comunale che avrebbe dovuto discutere dell’istituzione della provincia Porta d’Italia è stata rimandata. Le opposizioni hanno così criticato la tenuta politica dell’amministrazione, con il centro-destra alle prese più con le candidature che non con l’agenda politica: sia il Partito democratico che il Movimento 5 stelle hanno espresso perplessità. La seduta è stata comunque riconvocata per venerdì 19 aprile.
Ma ecco i comunicati giunti in redazione: secondo il Partito Democratico “salta, ancora una volta, il Consiglio Comunale, per la mancanza del numero legale.
Una maggioranza di centro destra in briciole, attraversata da faide interne, a cui non manca la “faccia tosta” di ripresentarsi in campagna elettorale e chiedere una riconferma a palazzo del Pincio, per occupare un potere che non si è stati in grado di esercitare, nell’interesse dei cittadini.
Oggi si sarebbe discusso della proposta di uscire dalla Città Metropolitana per dar vita ad una fantomatica Provincia denominata con eccesso di fantasia “Porta d’Italia”.
Sono numerose le osservazioni che ci sentiamo di muovere ad una iniziativa di carattere demagogico dal sapore elettoralistico.
La prima, ineludibile questione che poniamo è relativa alla necessità che una scelta così importante deve essere rimessa alla decisione della cittadinanza dopo una adeguata e corretta informazione così che ciascuno possa esprimere il suo punto di vista in piena consapevolezza.
Per parte nostra riteniamo, solo per porre in evidenza alcune criticità, che:
- non vi sarebbero al momento le condizioni normative e di legge che renderebbero praticabile una proposta che, per il numero di Comuni eventualmente coinvolti e dunque per numero di abitanti e dimensione, non avrebbe i requisiti previsti dalle attuali normative;
- non avrebbe, tale provincia, le risorse necessarie per avere una propria autonomia finanziaria e perderebbe molti dei benefici economici e reputazionali di essere parte della Città Metropolitana della Capitale d’Italia;
- alcuni Comuni che hanno espresso riserve, come Cerveteri ad es., sarebbero costretti, contro la propria volontà a far parte della eventuale Provincia. Da ciò discende che non sarebbe una aggregazione di comunità che nascerebbe sotto una buona stella democratica;
- per inciso, poiché non vi sono altre Provincie in Italia che non prendano il proprio nome dal capoluogo, al di là della ambiziosa denominazione di “Porta d’Italia, si dovrebbe più ragionevolmente supporre che si stia discutendo della Provincia di Fiumicino che, a titolo di memoria, ha il doppio degli abitanti di Civitavecchia. In questo caso, il nostro scalo, da Porto riconosciuto in Europa con la qualità di porto “core” in quanto sbocco a mare della Capitale, si ridimensionerebbe a Porto di una piccola Provincia italiana.
Dentro una più approfondita discussione, che sollecitiamo e auspichiamo, sarebbero ancora altre e più numerose le motivazioni che spingerebbero verso una cauta opposizione.
Ciò che chiediamo, infine, è che vi sia senso di responsabilità e che non si corra dietro alle chimere.
Si mettano sul tavolo argomenti, cifre e dati concreti e si dia modo ai cittadini di esprimersi anche con strumenti referendari”, concludono i dem.
Per il Movimento 5 stelle, “Con l’avvicinarsi delle elezioni, l’Amministrazione Tedesco mostra il suo vero volto in un panorama politico sempre più intricato e contraddittorio. Maestra nell’arte dell’adattamento, questa gestione si rivela camaleontica nel suo approccio, sfuggente nelle azioni e, sorprendentemente, pronta a schierarsi solo quando è conveniente.
Mentre la città si trova di fronte a questioni cruciali che richiedono leadership ferma e determinata, ci troviamo di fronte a un’amministrazione che dimostra flessibilità solo quando serve a giustificare l’inerzia. A meno di due mesi dalle elezioni, il loro atteggiamento diventa più opaco che mai. “Non è corretto”, dichiarano, “adottare provvedimenti che potrebbero influenzare il prossimo sindaco”, come nel caso della Statua del Bacio, ma allo stesso tempo trovano saggio vincolare di fatto le scelte del prossimo sindaco nell’organizzazione degli eventi estivi per i prossimi tre anni. Ma ci chiediamo: quando è stato mai giusto prendere decisioni solo quando ci si adatta al proprio tornaconto politico?
Sembra che questa Amministrazione sia colpita improvvisamente da un’acuta forma di daltonismo politico, in grado di distinguere solo i colori delle proprie convenienze. Dopo cinque anni di inerzia, assistiamo a una disinvoltura disarmante nel modo in cui certi atti urbanistici, altamente impegnativi, trovano improvvisamente terreno fertile per essere approvati. Quasi come se si stesse comprendendo che non c’è più spazio per un secondo mandato per questa maggioranza e si stia cercando di strappare gli ultimi vantaggi possibili.
È tempo di porre fine a questa politica strisciante, di abbandonare l’indifferenza camuffata. I cittadini meritano un’amministrazione che agisca con chiarezza e responsabilità, non una che cambi colore a seconda del vento politico. È tempo di una guida decisa e lungimirante, non di un camaleonte che si mimetizza nei momenti critici”, concludono dal Movimento 5 stelle.