Gli agenti del commissariato di Polizia di Civitavecchia, con l’ausilio degli agenti del XIII Distretto Aurelio e personale del IV Distretto San Basilio e delle unità cinofile dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico della Questura di Roma, alle prime ore di stamane, hanno dato esecuzione a un’ordinanza applicativa di misure cautelari emessa dal GIP del Tribunale di Civitavecchia, su richiesta della Procura della Repubblica, nei confronti di 9 persone.
Dei nove indagati, tre sono stati sottoposti agli arresti domiciliari, due nel comune di Roma ed uno a Santa Marinella, uno all’obbligo di dimora e cinque sono stati sottoposti all’obbligo di firma. Tutti sono ritenuti gravemente indiziati, a vario titolo, di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti del tipo hashish e cocaina.
L’attività investigativa, denominata “Uova in Camicia”, svolta dagli agenti della Polizia di Stato e coordinata dalla locale Procura della Repubblica, ha acconsentito di accertare una fitta rete di spaccio di sostanze stupefacenti, messa in atto da alcuni pregiudicati locali che si rifornivano nella capitale.
Gli agenti hanno potuto documentare, grazie anche all’utilizzo di sistemi tecnici di indagine, l’illecita attività messa in atto dai soggetti interessati che, sistematicamente, rifornivano il mercato cittadino, cedendo ai numerosi acquirenti le dosi di droga preconfezionate.
L’ indagine ha permesso di individuare nei due soggetti residenti nei quartieri Aurelio e San Basilio e colpiti dai provvedimenti giudiziari, i canali di approvvigionamento dello stupefacente.
Durante la complessa attività investigativa sono stati effettuati numerosi servizi e perquisizioni che hanno portato al sequestro di oltre 2,5 kg di droga e alla denuncia in stato di libertà o all’Autorità Amministrativa dei soggetti segnalati, per l’uso personale della sostanza stupefacente.
Ad ogni modo tutti gli indagati sono da ritenersi presunti innocenti, in considerazione dell’attuale fase del procedimento, ovvero quella delle indagini preliminari, fino a un definitivo accertamento di colpevolezza con sentenza irrevocabile.
Così la Questura di Roma in una nota.